Invidio i miei vicini, per questa bella pianta che cresce nei loro giardini. Ce l’hanno tutti, pianta generosa e riccamente fiorita per tutta la primavera. Ne vorrei un cespuglio anch’io e prima o poi proverò a strapparne una radichetta o a farne una talea. Sono certa non sia complicato, perchè la pianta è semplice e sincera e non si fa troppo desiderare. Non sono certa della specie, perchè di spiree ne esistono diverse. La spirea selvatica delle nostre parti, il cui nome vero sarebbe Filipendula ulmaria, è pianta officinale di importanza storica. Dalle sue sommità fiorite venne isolato, alla fine del 1800, quell’acido acetilsalicilico dalle notevoli proprietà antipiretiche, antinfiammatorie e analgesiche, che dalla spirea prese il nome di aspirina. La spirea ulmaria (che confesso di non conoscere affatto) è molto meglio dell’aspirina, perché contiene anche sostanze protettive per la mucosa gastrica che eliminano i noiosi effetti collaterali dell’aspirina ai danni dello stomaco.
La specia di questa fotografia non è l’olmaria, ma soltanto una pianta ornamentale, forse S. japonica, più esotica ed attraente, ma molto molto meno magica.
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