Con i crochi ho sempre fatto un bel po’ di confusione. E’ già abbastanza difficile non confonderli con i colchici, ma addirittura riconoscere le diverse specie mi sembra un’impresa superiore alle mie forze. Mi pare che tutti si assomiglino alquanto, e quasi tutti rispondono al nome volgare di ‘zafferano selvatico’, un succedaneo, più o meno efficace, ma certamente molto meno pregiato dello zafferano ‘vero’ (Crocus sativus, ormai solo da coltivazione). Oggi però posso dare con sicurezza un nome a questo croco, così comune nei boschi di castagni vicino a casa mia, piccola e coraggiosa avanguardia della stagione dei fiori. Infatti ho ricevuto conferma da persona competente sulla specie di questo fiore, che è anche il croco più diffuso sulle alture genovesi. Si tratta di Crocus vernus, cioè croco invernale, o meglio primaverile e si distingue per esempio da Crocus biflorus, specie diffusa, ma non comune in Liguria, perché la fauce, cioè l’incavo più profondo del fiore è viola pallido o bianco, contro il giallo di C. biflorus. Quest’ultimo inoltre ha caratteristiche strie bruno-violacee molto marcate sull’esterno del petalo. Molto belle, ma non è il caso del ‘mio’ croco, che ha striature violette pallide ed eteree. Boh. spero di aver capito. Il resto è davvero da specialisti.
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