Un nuovo arrivo nella mia personale collezione di alberi e arbusti. Non l’avevo mai vista e non è poi così frequente incontrare un nuovo albero senza spostarsi troppo da casa. Qui siamo nel parco fluviale del Magra, vicino a Sarzana (La Spezia) e l’ambiente è sufficientemente diverso dai lecceti e castagneti che frequento abitualmente. Lei, comunque, è un’esotica e avventizia, stessa storia di tante altre, era stata importata dall’America come pianta ornamentale e poi si è riprodotta con esuberanza, tanto da farsi guardare con un certo sprezzo e bollare da infestante. Rispetto ad altri ‘invasori’ (e penso all’irriducibile ailanto, 25 agosto 2008), ha dalla sua una fioritura cospicua e lussureggiante, di colore violetto, che le ha meritato il nome volgare, non troppo cortese, di indaco bastardo. La foglia assomiglia molto a quella della robinia, che è comunque un’altra immigrata, e della stessa famiglia delle fabaceae.