Pianta americana, è arrivata nel mio giardino in un grande pacco di bulbi, regalo della mia amica polacca, o meglio di sua madre, esperta giardiniera. Tutti questi bulbi, crochi precocissimi e tulipani dai colori inaspettati, scille a campanelle di ogni dimensione e colore, hanno forse una stagione più lunga nei freddi climi polacchi. Splendidi e stupefacenti, molti di loro compaiono e scompaiono nel giro di pochi giorni nella nostra primavera. Così questa camassia, simile ai lilioasfodeli dei nostri prati, un tempo membri tutti, come i giacinti, delle Hyacinthaceae, ora appartiene, secondo la moderna classificazione, alla famiglia delle Asparagaceae, in compagnia di agavi e asparagi. Gli asfodeli propiamente detti sono invece transitati per la famiglia delle Asfodeliaceae, per approdare, insieme alle aloe, nelle Xanthorrhoeaceae. Ricordare le classificazioni non è per me sterile esercizio di memoria, ma è un aiuto creativo per ricordare nomi e storie dei fiori.
Tornando alla camassia, i suoi tuberi sono biancastri, come quelli delle scille, e gli steli alti, con pesanti infiorescenze. Ci si aspetta una fioritura esplosiva, ma i fiori, bianchi nella C. cusickii, specie a cui attribuisco la mia, sono invece sorprendentementi esili e fugaci, e scompaiono velocemente per fare posto a pesanti semi poliedrici, che viceversa durano qualche mese.
Ragiono che in questo caso l’impollinazione deve essere rapida e fortunata, di modo che i fiori hanno utilità breve. Quando anche i semi imbruniscono e cadono, restano solo lunghe foglie molli che lentamente appassiscono. Piccola stella senza cielo la camassia bianca, dura poco, ma sempre si fa desiderare.