Scopro questa brassicacea (la famiglia dei cavoli) sulle pendici della ripida Val Graveglia, nell’alta entroterra di Sestri Levante (Genova), lungo una poderale sterrata verso la cosidetta roccia dell’aquila. Mi sorprendono le sue silique (anzi siliquette(1)) rotondeggianti come otricelli (da cui il nome specifico utriculata), che subito mi fanno capire che è un genere diverso dai soliti broccoletti, rapanelli e altre crucifere da campo. La mia fortuna è che il suo nome comincia per A ed è una delle prime brassicacee in cui mi imbatto nella ricerca. Anche il nome volgare, vesicaria, si riferisce alla forma curiosa dei suoi frutti.
I fiori, gialli e simmetrici come tutti gli altri, sono quasi sfioriti in questo fine aprile e fotografo quello che c’è. Molto abbondante su queste pendici scoscese, non è pianta rara in questi ambienti, ma neppure comunissima, e non ne è documentato nessun utilizzo officinale o alimentare. Come ornamentale, gli è forse preferito il più noto alisso, da cui ha copiato un po’ il nome.
Curiosa, ma davvero non serve a niente? E invece no, anche questa modesta vesicaria ha attirato l’interesse della scienza proprio per la sua capacità di crescere e prosperare tutto l’anno su suoli di serpentino, in ambiente arido e asciutto, come sono appunto le pendici rocciose delle coste mediterranee. La sua tolleranza per questi substrati ricchi di metalli anche tossici ne suggeriscono l’utilizzo come iperaccumulatrice di nickel, che tollera senza che il suo meccanismo fotosintetico si inceppi(2). Queste piante potrebbero quindi venire impiegate per la depurazione dei suoli contaminati da metalli mediante un procedimento che prende il nome di fitorisanamento (phytoremediation).
(1)Siliquetta è il nome che si dà al frutto delle brassicacee quando lunghezza e larghezza sono pressappoco uguali. Viceversa si chiama siliqua un frutto allungato, lungo circa tre volte la propria larghezza.
(2)Roccotiello et al. Nickel phytoremediation potential of the Mediterranean Alyssoides utriculata (L.) Medik. Chemosphere. 2015 119:1372-1378. doi: 10.1016/j.chemosphere.2014.02.031.