La Paulonia, Paulownia tomentosa, è un albero di origine giapponese dalle grandi foglie a forma di cuore. Fu importato in Europa all’inizio dell’ottocento dal botanico Carl Peter Thunberg e battezzato in onore di Anna Paulownia, figlia dello zar di Russia Paolo I. Ha avuto molto successo come albero ornamentale per il fogliame generoso e la fioritura abbondante e appariscente. Bella, ma effimera, volubile come il sole di questa primavera. A causa della breve durata, è abbastanza difficile vedere una paulonia fiorita. In pochi giorni spuntano sui rami i frutti, caspule ovate prima verdi e poi nere, in grappoli pesanti, ma non molto attraenti. Così l’avevo fotografata in altre occasioni in città, vicino al parcheggio della stazione Brignole (21 agosto 2009) e in un giardino della circonvallazione a monte, ormai sfiorita dall’inverno
Qualche tempo fa c’erano molto paulonie nella zona fra la stazione marittima e il terminal traghetti. Nuvole del colore della lavanda comparivano in primavera, fra le Mura degli Zingari e la piazza Di Negro, repentine e inconfondibili. Negli ultimi anni quasi tutti gli alberi sono scomparsi, forse costretti a soccombere dalle ristrutturazioni dell’area portuale. Una paulonia tuttavia è rimasta, nella defilata via di Fassolo, uno stretto vicolo che corre sotto la ferrovia, parallelo alla via Bruno Buozzi. L’avevo osservata in marzo, mentre passeggiavo per la zona in cerca di qualche germoglio (e avevo infatti scoperto un boschetto di carpini in accrescimento), riproponendomi di coglierne la vistosa fioritura. Però sono arrivata un po’ tardi, troppo confidando sulla stagione lenta, che, nonostante pioggia e temperature rigide, tanto lenta non è. Ed eccola, stretta fra bastioni e muraglie, un po’ spellacchiata, ma audace, ancora sfoggia qualche trombetta violazzurra sulla sommità dei rami, già appesantiti dai frutti. Fa quello che può in questo angolino negletto dove veramente in pochi alzeranno il capo a guardarla e godranno dei suoi colori e della sua ombra. Eppure i fiori lambiscono le finestre del palazzo di fronte e le sue fronde verdi si specchiano su un vetro sul muro dirimpetto. Quanto durerà ancora quest’albero estraneo, ora che tutti i suoi compagni sono scomparsi? Certo in questo angolino buio non dà molto fastidio e posso augurarmi di ritrovarlo fiorito il prossimo anno, cercando di essere più tempestiva. Ricordo un altro esemplare di paulonia lungo una via popolare, via Camozzini, a Voltri. Piuttosto fuori mano per me, ma la fioritura di una paulonia urbana val bene un viaggetto.
Pingback: Paulownia, solitaria regina - La città segretaLa città segreta