… o giglio di San Bernardo
La primavera è la stagione dei gigli e ogni santo ne ha uno. Poco male se secondo le classificazioni più o meno recenti non sono tutti gigli propriamente detti. Così se il giglio di San Giovanni è proprio un Lilium vero, il giglio di sant’Antonio (vedi 3 agosto 2009 nel vecchio blog) è un’amarillide e appartiene correttamente alla famiglia delle Amaryllidaceae. Anche questo lilioasfodelo, detto anche giglio di San Bernardo, non è un giglio Lilium, ma appartiene al genere Anthericum, recentemente attribuito alla nuova piccola famiglia delle Anthericaceae. Leggo però nelle belle pagine del Dipartimento di Botanica dell’Università di Catania che “le liliaceae sono una grande famiglia … che oggi si tende a separare in numerose piccole famiglie, ma … il criterio sistematico più antico fornisce un’utile visione d’insieme del gruppo”. Per farla breve, senza urtare la sensibilità di nessuno, attribuirò questo giglio alle Liliaceae, come l’asfodelo (vecchio blog, 6 aprile 2010; famiglia moderna delle Asphodelaceae) e i vari agli (vecchio blog 2 maggio 2008, 12 marzo 2009 e 1 maggio 2010; recentemente raggruppati nelle Alliaceae)(1).
I fiori di questa pianta, candidi e sottili, sono disposti in racemi, sorta di pannocchie, e non si aprono mai tutti insieme; così sulla stessa infiorescenza convivono boccioli molto immaturi, corolle spalancate, con stami diritti e il lungo stilo arcuato, e corolle sfatte, ove già occhieggiano le capsule verdi dei frutti. Se ne incontrano numerosi nei sentieri di mezza collina durante la loro luminosa, breve stagione, prediligendo la roccia silicea a quella calcarea. Dato che io non so quasi nulla di rocce, sono i fiori che mi parlano del loro substrato, e non viceversa. A poco a poco da loro imparerò qualcosa anch’io.
(1) Molte delle piccole famiglie in cui erano inizialmente state divise le Liliaceae sono più recentemente e correttamente state inserite nella famiglia delle Asparagaceae.
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