Avevo incontrato questa piccola, deliziosa, saponaria di montagna nel giardino botanico di Pratorondanino, e certo non mi aspettavo di scoprirla così sfacciatamente invadente, con i suoi spessi cuscinetti rosa, spuntare un po’ dappertutto fra i sassi, sulla roccia e nelle pieghe dei sentieri, nel rado bosco di Noceto (Isola del Cantone, Ge), carpini neri (ostrya carpinifolia, 11 giugno 2008) e noccioli (corylus avellana, 21 settembre 2008), qua e là un maggiocciondolo (laburnum alpinum, 29 maggio 2008) con i suoi pendagli gialli, e naturalmente maestosi noci (juglans regia, 26 agosto 2008, carichi di fiori. Era tutta un’esplosione di fioritura anche nel bel mezzo di un rigagnolo, probabilmente un piccolo affluente del torrente Vobbia.
La saponaria rossa o montana, forse non altrettanto efficace della sua sorella maggiore (saponaria officinalis, 1 agosto 2009) per le proprietà detergenti, ma pur sempre ricca di saponine, deve il nome specifico, ocymoides al fatto che assomigliarebbe, non so bene come e perché, al basilico (ocimum basilicum).
Dedico così un po’ di rosso (rosso nel nome e rosa carico nei fatti) a questo primo maggio che ci concede un sole caldo da primavera in esplosione, un’ombra fresca, prati verdissimi e fioriture esuberanti. Non tradisce la natura, a dispetto della nostra presunzione di essere in grado di modificare persino gli equilibri atmosferici. Più incerto e traballante è il nostro futuro di uomini, in una stagione confusa e insanguinata, in questo uguale comunque ad tante altre primavere umane.