La mattanza dell’aconito

L’aconito è una pianta molto velenosa. Ed è anche un fiore incredibilmente bello. Ne ho parlato parecchio in un post dedicato due anni fa (vedi qui), perchè lo avevo incontrato, in modo inaspettato, lungo una stretta carrozzabile di crinale che congiunge la Val Brevenna con Crocefieschi. Una strada magica, da dove il cielo sembra molto vicino. Proprio nell’agosto di due anni fa, percorrendo quella strada senza nome, superato un crinale, lungo una dolce discesa verso il colle vicino, quasi all’improvviso, mi era apparsa un’abbondante fioritura blu che guarniva compatta il bordo dell’asfalto, uno spettacolo imperdibile.
Sono tornata apposta lungo quella strada quest’anno nello stesso periodo per cercare la fioritura di aconito blu. Ho guardato dappertutto, a lungo, ad ogni svolta della strada. Ma non riuscivo a vedere  nessun fiore. Mi pareva impossibile che fosse sparito, impossibile che non riuscissi a ritrovare il luogo. Sono ripassata di lì diverse volte in questi giorni di agosto, e ancora non riuscivo a trovarlo.

bordo strada

La pulizia della strada che collega la val Brevenna a Crocefieschi

Poi ho cominciato a notare il profondo intervento di ripulitura che era stato effettuato lungo tutta la strada, un intervento probabilmente ritenuto indispensabile per garantire la praticabilità, ma che aveva reciso e ridotto a monche stoppie tutte le piante fino a qualche metro dal ciglio. E mentre felci, vitalba e rovo si riprendono subito con vigore, lo stesso non si può dire che accada all’aconito, che sembrava inesorabilmente scomparso.

Aconito Aconitum napellum

Aconito blu
Aconitum variegatum

A forza di osservare con attenzione ogni erba sul ciglio, dove due anni fa lo avevo visto crescere così copioso, ho finalmente ritrovato la foglia, e alla fine ho riscoperto nella sterpaglia un paio di fiori blu, seminascosti da una prorompente crescita di steli di equiseto (vedi 6 settembre 2008).

Forse alla lunga l’aconito si riprenderà il territorio, come lo sta facendo l’equiseto, erba preistorica certamente resistente. Ma questo episodio mi ha fatto riflettere su come l’intervento umano, seppure inevitabile, modifichi nel profondo, dall’inizio della storia, l’ambiente e la natura. La pulizia ad oltranza delle strade di campagna favorisce inesorabilmente la diffusione di poche specie resistenti a tutto, che piano piano prendono il sopravvento su tutte le altre, destinate a diventare sempre più rare.

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