E’ ormai cominciato l’inverno (anche se per il calendario siamo ancora ufficialmente in autunno) con la prima, precocissima, nevicata che corona un’autunno talmente umido, luvego e tristo da non concedere neppure un raggio di sole per le semine. Tutto rimandato all’inizio della primavera, se al cielo (quello astronomico) piacerà. Che tristezza.
Le piante sotto la neve sono un po’ monotone, anche se talvolta affascinanti. Così resterò ancora per un po’ sotto il sole della California.
Le baccharis (dal greco bakkaris, radice profumata, o forse dal dio Bacco, ma non so perché) sono asteracee che crescono in America Nord occidentale e sono presenti in varie specie, alcune endemiche della California meridionale e di quel ‘chapparral’ messicano di cui parlavo qualche giorno fa. In genere il nome comune di queste piante è broom, cioè scopa, perchè il loro portamento è di cespuglio irto e legnoso, adatto a fabbricare scope. E invero, soprattutto b.sarothroides (dal greco saron, scopa) ricordano nell’aspetto le “vere piante scopa” del genere cytisus (come la cytisus scoparium o ginestra dei carbonai) o genista. Le due specie di baccharis presenti a point Loma presentano davvero molte somiglianze: hanno folgie piccole e appuntite, rametti egnosi, fiori a capolino non ligulati ìdi colore bianco o crema. Si tratta di piante dioche, cioè i fiori femminili e maschili si trovano su individui diversi e ciò accresce la variabilità dell’aspetto. Con un po’ di fatica, e qualche perplessità, ho dato un nome alle mie fotografie. Più alta e rigida, molto ‘scopa’ la baccharis sarothroides, presente in tutto il Sud Ovest degli Stati Uniti, fino ai deserti dell’Arizona. Con foglioline appena più rotondeggianti e fiori raggruppati, la baccharis pilularia, purtroppo un po’ ‘bruciata’ sulle punte, è endemica delle coste pacifiche (Oregon, California fino al Messico) ; il nome viene da “pílula”, pallottolina, ed è comunemente nota come coyote bush, cespuglio del coyote.