Assomiglia all’Eupatorium (4 settembre 2008), ma anche ai Petasites (14 aprile 2009), e come questi ultimi si fa chiamare volgarmente cavolaccio, un nome che non le rende giustizia, nè le si addice, essendo pianta mediamente velenosa. Un’asteracea quindi, e neppure tanto pregiata, anche se le sue infiorescenze variopinte, dal rosa al rosso, al viola pallido al bianco, fanno macchia di colore nel bosco ombroso e umido di mezza estate, e le sue foglie lucide e larghe sono abbastanza belle.
Una delle ultime fioriture di luglio, presso le sorgenti del torrente Aveto, al passo della Scoglina.