Ho incontrato moltissimi sorbi montani (Sorbus aria, 8 settembre 2008), sorbi degli uccellatori (Sorbus aucuparia, 2 agosto 2008) e persino sorbi selvatici o ciavardelli (Sorbus torminalis, 16 ottobre 2008). Ma curiosamente conosco soltanto un albero di sorbo domestico, quello di questa fotografia, che cresce lungo la scalinata che dal ponte dell’Aurelia (SS1) conduce verso l’abitato della cittadina di Sori (Genova). L’ho visto decine di volte, in mezzo alle macerie, sullo sfondo della centenaria chiesa parrocchiale, spoglio, fiorito, e ora carico di frutti, quei frutti antichi così conosciuti e apprezzati un tempo, ma ormai quasi dimenticati. Sono frutti molto rustici, come l’albero d’altra parte che, secondo i manuali, non viene attaccato da nessun genere di parassita. I frutti, che contengono molta vitamina C e sono graditi agli uccelli, non si possono consumare alla raccolta, ma devono essere sottoposti ad ammezzimento, proprio come le nespole comuni (Mespilus germanica, 5 ottobre 2009); cioè si raccolgono acerbi e vengono conservati per diversi mesi nella paglia, finchè assumono una consistenza molle e un sapore dolce. Vengono usati soprattutto per confetture, liquori o bevande fermentate come il sidro. Non so se la vicinanza della SS1 giovi alle loro proprietà, ma ne dubito. Per assaggiarlo preferirei cercare un esemplare più rurale.
Con insolito aggiornamento per un post di diversi anni fa, oggi, 5 agosto 2015, devo purtroppo documentare che questa pianta, come molte altre che hanno incrociato la mia strada, oggi non c’è più, essendo il dirupo dove cresceva attualmente interessato da un’opera di ristrutturazione che ha estirpato, spero solo temporaneamente, tutta la vegetazione. E’ scomparsa così l’unica pianta di sorbo domestico che conoscevo con precisione, ahimè.