Nello splendido parco di villa Schella presso Ovada (Alessandria), gli alberi sono a loro agio come nei boschi e trovano spazio e aria per crescere in bellezza.
I tassodi(1), imponenti e nobilissimi, si spogliano d’inverno rimanendo simili ad altissimi pali nudi (vedi 14 gennaio 2009) e questo a differenza della maggior parte delle Cupressaceae, che sono sempreverdi. Per questo il Taxodium distichum viene chiamato cipresso calvo. Le sue sottili foglie aghiformi sono piatte, un po’ come quelle del tasso, con cui potrebbe anche essere confuso. Ma il tasso è sempreverde, di portamento più rotondeggiante (anche se può sfiorare i 20 metri) e ha frutti carnosi di colore rosso brillante, detti arilli (vedi 14 dicembre 2009). Gli aghi del tassodo cambiano colore con le stagioni, dal verde pallido della primavera a quello scuro dell’estate, fino all’arancio bruono dell’autunno, poco prima di cadere.
Stesso comportamento del cipresso acquatico cinese, Glyptostrobus pensilis, che avevo mostrato in un blog precedente il 22 gennaio 2009.
Originario della paludi del Nord america, anche Taxodium distichum è specie acquatica e un altro dei suoi nomi comuni è cipresso di palude. Può crescere emergendo direttamente dall’acqua e in questo caso si serve di radici aeree, dette pneumatofori (letteralmente ‘portatori di polmoni’), che lo circondano come in un’aiuola (vedi 10 settembre 2008). Queste radici crescono verso l’alto e possono raggiungere i 3 metri di altezza. Per la sua preferenza degli ambienti paludosi, quest’albero è protagonista di quei paesaggi cupi e oscuri che tanto stimolano la fantasia, atmosfere irreali e ricche di mistero, dove nella penombra frondosa scivolano sull’acqua gli alligatori e il silenzio è rotto soltanto da stridi di uccelli.
Quando il cipresso calvo cresce sulla terraferma non sviluppa pneumatofori perchè non ne ha bisogno. Ma ugualmente si eleva alte e solido verso il cielo, immensi fusti di straordinaria verticalità.
(1)Singolare tassodio, almeno secondo questo dizionario. Vedi anche una piccola discussione sul nome italiano di quest’albero nel post del vecchio blog, 10 settembre 2008.
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