Il nome miosotis, così armonioso e arcano, sembra che in realtà voglia dire ‘orecchio di topo’ con riferimento alla forma delle foglie. Che in questa fotografia non si vedono ed erano poche e basse. Nella mia breve passeggiatina di sabato per la strada che collega Fontanegli con Bavari (siamo sempre sulle alture di Genova), alla ricerca delle fioriture di stagione, riesco sempre a scoprire qualche cosa di inaspettato. La stagione cambia velocemente in questi mesi e le fioriture che ricordo gli anni scorsi forse non erano proprio esattamente nello stesso periodo. Così anche se gli incontri più frequenti sono sempre gli stessi, c’è sempre qualche piccola sorpresa. Una spalliera violetta zeppa di poligala (Poligala nicaensis, vedi vecchio blog 6 giugno 2008) e la silene fior di cuculo (Silene flos-cuculi) che fa capolino lungo un sentiero in salita. Sul bordo della strada, questo fiorellino azzurro, per definizione piccolissimo. Sulla specie ( forse M. scorpioides?) preferisco non sbilanciarmi, il genere non è dei più semplici e trae in inganno anche gli esperti. Ma la pianta comunque ha il nome celebre e poetico di nontiscordardimè. In origine c’è qualche leggenda d’amore, oppure soltanto l’usanza di scambiarsi proprio quel fiore insieme ad una promessa. Proprio questo minuscolo fiore azzurro, da conservare a lungo, magari pressato fra le pagine di un libro. Il miosotis appartiene alla famiglia delle borraginaceae, quasi tutte pianti dai fiori colorati e graziosi, come l’azzurra borragine (Borago officinalis, 12 ottobre 2008), che dà il nome alla famiglia, la polmonaria (Pulmonaria officinalis, 22 marzo 2010) e l’erba vajola (Cerinthe major, 8 aprile 2010), per citare solo quelle già incontrate nel (vecchio) blog.
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