La grande città di Washington, bella, per chi ama le città. I viali, ampi, le aiuole, comode, gli alberi, maestosi. Coloratissimi d’autunno, si può provare a indovinarli , da lontano; in giallo sono i ginkgo, in rosso vivo le querce, e gli aceri.
Il ginkgo (Ginkgo biloba)è un albero antichissimo, dalla storia leggendaria e affascinante. Spontaneo in certe regioni dell’Estremo Oriente, ove si racconta sia stato salvato dall’estinzione dagli instancabili monaci buddisti, è oggi largamente usato in Occidente a scopo ornamentale.Si classifica come conifera, o meglio gimnosperma, letteralmente ‘dal seme nudo’, perché i suoi semi non sono racchiusi nell’ovario.
E’ l’unico sopravvissuto della famiglia delle Ginkgoaceae che, come testimoniano i resti fossili, erano molto diffuse 150-200 milioni di anni fa ed appartenevano a un ordine ancora più antico delle conifere. Per questo a volte viene chiamato ‘fossile vivente’. Ha foglie decidue, disposte a grappolo, di forma molto caratteristica, a volte profondamente incise (da cui l’aggettivo biloba), che prima di arrendersi all’inverno si colorano di giallo canarino. Nella bella stagione, cresce delle bacche voluminose che ricordano grosse prugne dal lungo picciolo, anche se non sono propriamente frutti (assenti nelle gimnosperme), ma piuttosto involucri carnosi che ricoprono i semi. Emanano un odore abbastanza sgradevole, ma l’interno, semi compresi, è commestibile e ricco di sostanze di interesse farmacologico, i ginkgolidi.
Gli aceri americani sono famosi per i colori, e per lo sciroppo, che si ricava dalla linfa primaverile. La pianta che ne produce di più è l’acero del Canadà (Acer saccharum), la cui foglia appare appunto sulla bandiera canadese. Ma lo zucchero si ricava anche dalla linfa dell’acero rosso (Acer rubrum), che si incontra sovente per le strade di Washington, insieme all’Acer pensylvanicum, acero della Pensilvania. L’acero rosso si chiama così non tanto a causa del colore del fogliame autunnale, ma perchè dello stesso colore rosso sono i fiori, e le samare, le ali dei semi.
L’acero della Pensilvania viene anche detto acero striato perché la sua corteccia è cosparsa di sottili nervature, come la pelle di un serpente. Questa caratteristica che può aiutare ad identificarlo non si vede però in questa fotografia. Si vedono solo le foglie, rosso arancio, che spiccano con stridente contrasto contro la gelida vetrata azzurrata di un grattacielo.
Sono belli gli alberi di Washington, e sembrano quasi felici. Soprattutto nei piccoli giardini, crescono vasti e liberi. Non ho visto malattie evidenti, anche se certo la sofferenza esiste anche per loro. La città non è proprio un luogo a misura d’albero, anche se l’albero può adattarvisi, se non è violentato da potature troppo violente che lo umiliano e lo indeboliscono.
Per i vecchi post degli alberi di Washington (che ho riproposto in parte oggi) vedi
26 e 27 novembre 2008
17 novembre 2009