Il palazzo ducale, meglio conosciuto come reggia di Colorno, vicino a Parma, ha una storia travagliata e affascinante, durante la quale si sono intrecciati i destini di molte nobili famiglie, dai Sanseverino e Sanvitale, ai Farnese, ai Borboni, fino a Maria Luigia d’Austria, moglie del deposto imperatore di Francia Napoleone. Simili vicende travagliate ha vissuto il grande giardino, fra sfarzi, rifacimenti e abbandoni. Nato come giardino all’italiana, poi modificato alla francese, fu proprio Maria Luigia che volle trasformarlo in un giardino inglese, arricchendolo di essenze rare e ricercate, fra le quali spicca la Zelkova carpinifolia, importata dalle regioni del Caucaso in Europa all’inizio del 1800. Questo grande albero, che ancora prospera in fondo al vasto parterre, deve il suo nome specifico alla forma delle foglie, che assomigliano a quelle del carpino. Appartiene alla famiglia degli olmi, Ulmaceae, che ricorda per una leggerissima asimmetria nell’attaccatura della lamina fogliare. Esemplare di notevoli dimensioni e in posizione dominante dinanzi all’imponente costruzione regale, è particolarmente affascinante perché appare scavato all’interno e rinato dalle sue stesse viscere. Il possente tronco spaccato alloggia e nutre nuovi virgulti, fusti slanciati e giovinetti, arricchiti di foglie fresche nell’incipiente primavera.
Dopo Maria Luigia, il destino della villa e del parco è ancora più disperato e contorto. Dal 1871, il palazzo fu sede di un ospedale psichiatrico, allora si chiamavano manicomi, che arrivò ad ospitare più di mille degenti dopo la seconda guerra mondiale ed fu dismesso negli anni ’70 del ‘900 dopo la legge Basaglia. Solo in tempi relativamente recenti il palazzo e il giardino sono stati ristrutturati e riportati agli antichi fasti per essere ammirati da visitatori e turisti. L’interno è alquanto spoglio perchè depredato dalla contorta storia di qualsiasi ricordo del suo passato. Ma l’albero antico sopravvive. Non so quando il tronco della centenaria Zelkova, testimone attento e silenzioso di tante miserie umane, si sia aperto e spaccato. D’altronde questo è il destino degli alberi antichi, narratori di infinite storie a chi è capace di ascoltarli.
Zelkova carpinifolia è uno delle tre specie di questo genere presenti nell’Eurasia occidentale. Le altre due sono Z.sicula, endemica della Sicilia e Z.abelicea, endemica di Creta. Quindi questa l’unica specie non mediterranea ed è anche più strettamente imparentata con le specie dell’estremo oriente (Z. serrata, Z. schneideriana e Z. sinica). Inoltre è una delle specie più antiche, considerata insieme a Z.serrata capostipite del genere(1).
(1)Naciri et al. Species delimitation in the East Asian species of the relict tree genus Zelkova (Ulmaceae): A complex history of diversification and admixture among species. Mol Phylogenet Evol. 2019 134:172-185.doi: 10.1016/j.ympev.2019.02.010.