Geranio purpureo

Geranio purpureo

Geranium purpureum

E’ molto simile all’erba di San Roberto, Geranium robertianum, (vedi 30 aprile 2008), però i suoi fiorellini sono più minuti e anche le foglie un po’ più piccole. Fino a poco tempo fa era quasi raro incontrarlo e la specie robertianum era di gran lunga più diffusa.  Ma pare che stia conoscendo una stagione di grande diffusione, diventando in poco tempo una presenza costante ai bordi della strade e delle ferrovie, grazie anche alla sua tolleranza della siccità (specie xerofila).

Geranium “Rozanne”

Geranium Rozanne

Geranium “Rozanne”

Il geranio “Rozanne” è un ibrido da giardino relativamente giovane, ma già carico di storia e successi. Il suo nome viene da quello di un’appassionata floricultrice inglese, Rozanne Warerer, che insieme con il marito Donald (entrambe pensionati, beati loro) coltivava gerani pregiati nel suo giardino. Gerani, si badi bene, non Pelargoni, che sono quelle generosissime piante della famiglia della geraniaceae che abbiamo tutti, ma proprio tutti, su terrazzi, balconi e davanzali (vedi 25 febbraio 2009). Gerani e pelargoni si assomigliano, ma non sono lo stesso genere, e soltanto i gerani sono spontanei nelle nostre campagne. La fortuna dei pelargoni, originari dell’Africa australe, è la loro lunghissima stagione di fioritura, mentre quasi tutti i fiori fioriscono per un periodo molto limitato nell’anno.

Geranium "Rozanne"

Geranium “Rozanne”

Or dunque i due fortunati vecchietti avevano nel loro giardino nel Somerset due splendide specie di Geranium, Geranium himalayense e Geranium wallichianum, dalla fioritura abbondante, ma temporalmente limitata. A un certo punto, e precisamente nel 1989, le due specie si incrociarono spontaneamente dando origine a un figlio ibrido, la cui straordinaria fioritura, ampia e prolungata, conquistò in pochi decenni il mercato vivaistico di tutto il mondo.
Quindi, se qualcuno volesse un vero geranio, da far invidia ai pelargoni più altezzosi, questa varietà è certamente un’opportunità da considerare.
Visto, ammirato e acquistato alla mostra mercato Fiorissima, vialla Schella, Ovada (AL). Messo a dimora in un angoletto del giardino, fra le rose rugose, impazienza, cosmea e la sopravissuta peonia.

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Geranio selvatico

Geranium dissectum

Geranium dissectum

Il nome geranio selvatico non è molto preciso; quasta specie si chiama più propriamente geranio a foglie divise o geranio sbrandellato, perchè, come suggerisce anche il nome scientifico (quello vero), la sua principale caratteristica sono le foglie profondamente incise, che assomigliano a un merletto o a un centrino di carta ritagliata. I fiori sono minuscoli, ma di colore brillante, rosa acceso, non passano inosservati. Come tutti i gerani ha singolari frutti a forma del becco di una gru (il nome del genere e anche dell’intera famiglia deriva da géranos che significa gru in greco).

Cresceva indisturbato in un vaso, insieme a una calendula sopravvissuta all’inverno, e già abbondantemente rifiorita. Ho atteso che facesse i fiori, e anche qualche frutto. Poi ho deciso di destinare il vaso a qualche altra semina e questo discreto geranio è stato sacrificato alla floricultura. Non so se è giusto. Non so se è giusto mangiare i broccoli ramosi calabresi che sono le cime fiorite di brassica oleracea, esattamente come le cime di rapa lo sono di brassica rapa. Da sempre vorrei chiedere a un vegano se pensa che le piante non soffrano ad essere recise, saccheggiate, eradicate. Per cibo, coltura o cultura che sia, il sacrificio di tante piante sta nell’ordine delle cose. Come le lumache che mi hanno divorato le lattughe, e ahimè, anche un bellissimo lupino rosso che si apprestava ad aprire fiori spettacolari. Come il fungo armillaria che mi ha ucciso un piccolo melo che produceva un’impressionante quantità di frutti dolcissimi. Sarà che più conosco gli animali, più amo le piante, ma la scelta vegetariana stretta in base a motivi squisitamente etici mi pare vagamente  contro natura. Io mangio verdura, il che comporta anche l’assassinio di molte piante o comunque la loro mutilazione, perchè la verdura è buona e fa bene, perchè la verdura è un alimento più ecocompatibile e più sano. Ma uccidere animali per mangiare sta semplicemente nell’ordine naturale e non mi pare condannabile di per sè.

Geranium dissectum

Geranium dissectum
foglia

 

Geraneum dissectum

Geraneum dissectum
frutti

Per questo piccolo geranio, chiedo perdono anche se non lo merito. Amo molto i gerani selvatici tutti (vedi elenco dei post che ne trattano in calce) perchè mi sembrano più liberi e puri dei pur generosissimi pelargoni (25 febbraio 2009) che fioriscono sui balconi di tutto il mondo. I gerani sono piccole piante con fiori graziosi e garbati, per fortuna piuttosto resistenti all’estinzione, diffussissimi direi, e alcuni di loro, come l’erba Roberta, decisamente infestanti.

 

Per ricordo, ecco varie immagini di questa pianta e i link ad alcuni (un bel po’ di) gerani menzionati in questo blog, vecchio e nuovo.

 

Geranio robertiano o Erba roberta, Geranium robertianum – 30 aprile 2008
Geranio crestato, Geranium macrorrhizum – 12 giugno 2010
Geranio comune, Geranium molle – 27 marzo 2010
Geranio lucido, Geranium lucidum – 6 maggio 2011
Geranio malvaccino, Geranium rotundifolium – 3 maggio 2010
Geranio minore, Geranium pusillum – 3 maggio 2010
Geranio nodoso, Geranium nodosum – 16 maggio 2009
Geranio sanguigno, Geranium sanguineum – 5 giugno 2010

Geranio lucido

geranium lucidum
Un tipo di geranio un po’ singolare, con le sue foglioline, manco a dirlo, lucide e il calice costoluto, come rigonfio. I botanici invece direbbero che ha semplicemente i sepali acuminati con tre nervi longitudinali e 5 coste trasversali. Diffuso in tutte le regioni, non è una piante molto comune. Un’altra aggiunta alla varietà incredibile sul tema del geraneo.

Fotografato nel parco esterno di villa Lante di Bagnaia (Viterbo), maggio 2010.

Becco di gru maggiore

Erodium ciconium E’ il becco di gru più grande, il fiore più largo di tutti quelli del genere Erodium, con petali fino a 8 mm di lunghezza, di un vivo colore fra il blu e il lilla. Anche il becco di grù è pianta officinale e per le sue proprietà doveva essere un tempo ricercata appositamente, anche se non deve essersi mai fatta molto desiderare. Infatti cresce un po’ dappertutto, nei campi e prati di tutte le regioni, ma anche nelle aiuole delle periferie, e sul bordo di strade ed autostrade. Questo genere, tuttavia, non è frequente dalle mie parti (alture di Gernova) e l’ho fotografato in Lazio, in un prato a Palombara Sabina (Roma). La singolare forma dei suoi frutti, comune a tutte le geraniacee, ma molto pronunciata per Erodium, gli ha meritato un nome che significa letteralmente ‘airone cicogno’.

Becco di gru malvaceo

Erodium malacoides

Erodium malacoides

Non è tempo di grandi viaggi e neppure di scampagnate. Mi accontento di qualche passeggiatina vicino a casa, tanto in questa stagione qualche fiore quasi nuovo lo scovo ancora. Ecco su un muretto di pietra lucida un’altro esemplare della famiglia dei ‘trampolieri’, le piante che hanno frutti a forma di becco d’uccello. L’Erodium ha frutti davvero lunghissimi, riuniti in gruppi di quattro o cinque. Più lunghi di quelli del Geranium, il geranio propriamente detto, e del Pelargonium, o geranio africano, la pianta che orna davanzali e balconi di tutto il mondo. Questa specie ha foglie rotondeggianti e lobate che gli hanno meritato l’aggettivo di malvaceo. Fiorisce per tutta la stagione corolle violette, semplici e delicate come gli altri suoi parenti (come il becco di gru comune e le altre geraniaceae).

Becco di gru comune

Erodium cicutariumFiorito nell’aiuola del parcheggio della fiera di Montichiari (Brescia). Erodium è un genere dell geraniaceae e come altri suoi parenti ha piccoli fiori colorati, corolle semplici di cinque petali delicati, e i frutti a forma di becco di gru.

Basta cambiare aria, varcare i confini della regione e subito si spalancano nuove esperienze e visioni. Non occorre andare lontano. Si potrebbe scrivere un trattato sulle piante che crescono nelle aiuole dei parcheggi dei centri commerciali. Ci sono piante coltivate, alberelli, cespugli e arbusti più o meno felici. E poi loro, le spontanee, le originarie, talvolta avventizie, pioniere. Il giardiniere le chiamerà pure erbacce, ma, soprattutto in quest’umida, nuova stagione, sono le più felici.

Foglie di geranio

geranium purpureum
Se sto trascurando un po’ il blog, é anche a causa di un tempo luvego e piatto che non regala neppure un piccolo raggio di sole. E della pioggia, insistente, testarda, implacabile sulle mie brevissime ore di svago. Niente, bisogna prendere la natura come viene. La natura avanza da sola, comunque, anche sotto la tormenta e l’alluvione. Si avvicina ancora una volta la primavera, viole e primule fioriscono nei prati e nei boschi bagnati e tutte le piante si preparano a risvegliarsi, l’incantesimo è infranto, la vita di nuovo sta per sbocciare. Senza esitazione, incurante delle vuote ed inutili lamentele umane. Per questo cerco di fotografare anche la pioggia, ogni goccia sulle nuove foglie del prato.

Geranio

geranium
Ho lasciato in sospeso la determinazione della specie di questo geranio (un vero geranium, diverso dai geranei coltivati, che come è noto sono del genere pelargonium) perchè sono assai indecisa. Senza fiori né frutti, non voglio azzardare conclusioni dalle sole foglie, rosso scarlatte come la stagione, ma so che la soluzione deve essere facile e non mancherò di completare quando sarò più sicura.
Per ora mi godo queste deliziose foglioline rosse, fra una foglia secca e un filo d’erba giallo, forma perfetta e perfetta tonalità, tutto in una sintonia o meglio sincromia (sì, sì con la ‘m’) con questa stagione amara che spennella senza pietà la natura mentre la traghetta verso il letargo.

Geranio crestato

geranium macrorrhizum
Il geranio crestato è un geranio di montagna. Cresce nei ghiaioni e ai margini dei boschi, oltre i 500 metri, su terreno preferibilmente calcareo. I suoi bei fiori rosati si aprono ampi in mezzo alle rocce e al centro della corolla si allunga il ciuffo violetto degli stami, sporgenti, persistenti anche dopo la caduta dei petali. Il frutto è un becco di gru, corto e tozzo. I gerani selvatici sono piante semplici e nobili, mi pare di averne già parlato tante volte, ma, anche per citare soltanto i più comuni, ce ne sono ancora tanti da ricordare.

Vedi vecchio blog : Geranium robertianum – 30 aprile 2008
Geranium nodosum – 16 maggio 2009
Geranium molle – 27 marzo 2010
Geranium rotundifolium e Geranium pusillum – 3 maggio 2010
e infine geranium sanguineum.