Aglio rotondo

Allium sphaerocephalon

 

E’ stato l’ultimo a fiorire degli agli piantati in giro per ornamento, mesi dopo dei suoi fratelli maggiori, che avevano fatto grandi palle di colore fra la fine di aprile e i primi di maggio. Quest’aglio nostrano, più modesto e composto, si chiama aglio a testa tonda, o anche aglio delle bisce.

L’aglio era classificato nella famiglia della Liliaceae, poi brevemente attribuito a una famiglia più specifica, tutta sua, le Alliaceae e definitivamente inserito da APG III nelle Amaryllidaceae.

Allium siculum

Allium  siculum
Questo è un aglio veramente straordinario, almeno per due ragioni. Ancora prima di manifestare qualsiasi intenzione di fiorire, riesce a stupire con lunghe foglie carnose a sezione triangolare, che si arrotolano su se stesse come magiche spirali. Il fiore è veramente originale, formato da un ombrello rotondeggiante di campanelle ricadenti, di colore giallo, con sfumature rosse ed oro.

Anche gli Allium sono stati colpiti profondamente dalla rivoluzione dell’APGIII (vedi quanto scritto su valerianella). Appartenenti da sempre alla famiglia delle liliacee, erano in un secondo momento stati assegnati a una famiglia tutta per loro, Alliaceae. Tuttavia questa nuova famiglia è stato soppressa dalla nuova classificazione APGIII, che li ha inseriti nelle Amaryllidaceae. La nuova classificazione non è un capriccio intellettuale o una rivisitazione di vecchi concetti in una chiave nuova. Le sue radici sono profondamente scientifiche ed innovative, perchè si basa in gran parte sulla genetica e sulla biologia molecolare delle piante. Cioè le classifica non soltanto in base all’aspetto, ma piuttosto in base all’essenza, al programma genomico che ciascuna specie contiene e che la rende così diversa eppure simile a tutte le altre. Quando la classificazione genetica sarà veramente compiuta, forse si scopriranno analogie e discrepanze inattese e forse molte parti della classificazione classica si dissolveranno come nebbia al sole. Quindi per ora… Amaryllidaceae siano

Allium ostrowskianum

Allium oreophilum
Secondo la mia amica Irena che me lo ha regalato, questo piccolo aglio dagli attraenti fiori rosa scuro si chiama Allium Ostrovsky, nome che suggerirebbe una sua origine dall’Europa orientale. E come dubitarne, visto che Irena vive in Polonia? Il nome scientifico dovrebbe essere allium oreophilum ovvero ostrowskianum. E’ originario della montagne dell’Asia centrale (Turkestan orientale) e il suo nome significa ‘amante delle montagne’. E’ una pianta di taglia piccola, cresciuta fine e quasi nascosta. Ma porta fiori deliziosi, nitidi e delicati, ogni corolla larga poco più di un centimetro.

Irena mi ha spedito un grosso sacco di bulbi, iris e allium, la maggior parte dei quali ha fatto fiori mirabili, come quello fotografato una settimana fa con il podalirio. Anche se alcuni non ce l’hanno fatta (forse non li ho compresi come avrei dovuto, non li conoscevo per niente), spero di essere più fortunata e meno maldestra con loro il prossimo anno.

L’aglio era classificato nella famiglia della Liliaceae, poi brevemente attribuito a una famiglia più specifica, tutta sua, le Alliaceae e definitivamente inserito da APG III nelle Amaryllidaceae.

Aglio con podalirio

Allium sp

 

Nuove fioriture nel giardino e nuove visite

Podalirio era uno dei figli di Asclepio, più noto come Esculapio, a sua volta figlio di Apollo e dio della medicina, ed era fratello del più celebre Macaone. Ai due fratelli sono dedicate due fra le più belle farfalle italiane, Papilio machaon e Papilio podalirius (sinonimo Iphiclides), e delle due il podalirio è forse la più affascinante. Lo ammetto, sono recidiva, non ho saputo resistere alla tentazione di mostrarla di nuovo, come avevo fatto il 31 luglio 2009, sulla vedovina a testa bianca. Ma incontrarla è sempre una grande emozione e poichè dove ci sono fiori, ci sono farfalle, merita un posticino anche lei in questo blog. Gli appassionati di farfalle girano armati di retini e spilli entomologici, io soltanto di una macchina fotografica. Senza nulla togliere alla nobile arte di collezionare farfalle, preferisco così, vederle libere, imparare a prevederne le mosse, ma soltanto per immobilizzarle sul mio sensore, non per trafiggerle in una scatola.
All’Allium (un regalo di Irena, la mia amica polacca) non so dare un nome certo. Quelli ornamentali, che sfoggiano grandi teste di stelline rosa si chaimano Allium gladiator oppure Allium giganteum, ovvero ancora A.flatunense e via dicendo. In generale, sempre, aglio ornamentale.

(Foto Luca Sacconi)

Aglio triquetro

Allium triquetrum
Fra i numerosi agli selvatici, è questo uno dei più caratteristici e aggraziati, con i suoi fiorellini a campanula, pendenti in piccole ombrelle asimmetriche, trattenute fino alla piena fioritura da una membrana verde traslucida che si chiama spata. I petali sono candidi con una striatura mediana verde. Cresce in gruppi numerosi, punteggiando di bianco le sponde erbose di stradine e fossati.
Il nome è abbastanza impronunciabile, avrei preferito un generico aglio selvatico per evitare il problema. Comunque si chiama così a causa della caratteristica sezione tringolare dei suoi steli. L’avevo incontrato a frotte l’anno scorso in Sardegna e l’ho ritrovato nel parco fluviale del Magra (La Spezia).
L’aglio, nelle molte sue specie, ma poi soprattutto quella diventata “sativa” cioè coltivata, è pianta nota e utilizzata per le sue qualità terapeutiche fino dall’antichità, dagli egiziani e dagli ebrei della Bibbia, fino alle civiltà del medioevo e del rinascimento occidentale. Nonostante il sapore pungente, non a tutti gradito, è molto indicato contro l’ipertensione e per la prevenzione dell’aterosclerosi, come batteriostatico e antimicotico.

L’aglio era classificato nella famiglia della Liliaceae, poi brevemente attribuito a una famiglia più specifica, tutta sua, le Alliaceae e definitivamente inserito da APG III nelle Amaryllidaceae.

Nerina

nerine sarniensis
Devo proprio dedicare questo post a mia sorella, che si chiama Nerina. Mia sorella conosce molte cose, sa quasi tutto, ma forse ignora che esiste una pianta che si chiama più o meno come lei. Il vero nome di questo fiore è Nerine e viene dall’Africa australe. Certamente il colore nero non c’entra; se mai le Nereidi, ninfe marine dai lunghi capelli, figlie di Nereo.

La nerina è gradevole e raffinata, fiorisce d’autunno e come tutte quelle della sua famiglia, le amaryllidaceae, non si risparmia quanto a fioriture.

Fotografata all’interno del giardino botanico di San Diego, nel Balboa Park.

Aglio

Allium lusitanicum
Anche gli agli, come le salvie, non sono soltanto celebri piante aromatiche, ma anche un vasto genere di fiori attraenti e originali, presenti in diversi ambienti. Degli agli si può cominciare a parlare oggi, e non finire più. Numerosi sono, come è noto, gli agli commestibili (vedi per esempio 2 maggio 2008), ma ancora più numerosi gli agli selvatici, con le loro infiorescenze a ombrella semisferica, groppi di fiori dal bianco a rosa, dal lilla e al viola pallido, sempre profumati, sempre magici.
Allium ursinum
Oltre agli di questa pagina, il piccolo e aggraziato aglio orsino e il rustico A. lusitanicum o aglio delle rocce, che erano in mostra alla rassegna di piante, fiori e frutti dimenticati Frutti antichi presso il Castello di Paderna (Piacenza), ne ho incontrati nei campi per esempio il 12 marzo 2009 e il 1 maggio 2010.
L’aglio era classificato nella famiglia della Liliaceae, poi brevemente attribuito a una famiglia più specifica, tutta sua, le Alliaceae e definitivamente inserito da APG III nelle Amaryllidaceae.

Astromeria

Alstroemeria
Questa pianta, il cui nome vero è alstroemeria, anche se volgarmente viene detta astromeria, è un amarillide dalla fioritura abbondante e duratura. Conosciuta anche come giglio degli Incas o giglio Peruviano, ha colori ed esuberanza molto sudamericana. E’ ricercata come fiore reciso perchè sopravvive a lungo. Non l’avevo mai vista coltivata in un giardino. Qua e là si dice attecchisca con difficoltà e con lentezza, ma anche che, se riparata dal freddo più intenso, si adatta bene al nostro clima. Qui l’ho scovata in un’aiuola di una villetta nel paese di Zuccarello, vicino a Finale Ligure (Savona). Mi hanno piacevolmente colpito i suoi colori raffinati, le sue forme aggraziate e il portamento leggero, pulito e solido

Amarillide belladonna

amaryllis belladonna
La stagione non è più prodiga di fiori, anche se alcuni, semplici e stupefacenti, spuntano come sorprese, con aria distratta e casuale, in mezzo a una natura in cui ormai prevale il giallo dell’erba secca. Molte amarillide fioriscono d’estate, come questo fiore, orignario del Sud Africa, terra di grande e inviolata varietà botanica. Amarilli era una bella pastorella celebrata dal poeta greco Teocrito e poi menzionata anche dal poeta latino Virgilio nelle sue Bucoliche, sorta di poema pastorale.
Questa amarilli fiorisce senza foglie, che compaiono dopo i fiori, e questa caratteristica le ha meritato il soprannome di ‘donna nuda’.

Fotografata nel giardino botanico di Villa Hanbury.