Veratro

Veratrum lobelianum
Per oggi ritorno nei miei boschi per una pianta assai comune e di aspetto particolare. E’ il veratro, sinistra pianta del sottobosco che ammalia con le maestose foglie, perfettamente ellittiche, dalle venature pieghettate in una impeccabile simmetria, alternate sugli steli lisci. Foglie che ricordano quelle della genziana maggiore, Gentiana lutea, se non fosse che questa ha foglie opposte. Meglio ricordare questa differenza, perchè il veratro è una pianta molto tossica, mentre la radice della genziana viene usualmente impiegata nella preparazione dei liquori. Il Veratrum album, che si distingue anche per la pelosità delle foglie nella pagina inferiore, viene anche chiamato Veratrum album  L. subsp. lobelianum, o semplicemente il Veratrum lobelianum.Veratrum album

L’ho incontrato molte volte nel sottobosco, questa volta vicino a quell’uva di volpe, anch’essa attraente e velenosa, con cui condivide la famiglia, le melanthiaceae. La prima immagine è quella di una pianta ormai avvizzita, le larghe foglie strappate, lo stelo eretto soltanto per sostenere i semi fino in fondo alla maturazione. Qui a fianco invece le grandi foglie verdissime nel sottobosco di giugno.

Uva di volpe

paris quadrifolia
Pianta davvero singolare questa bacca del sottobosco il cui aspetto non ispira molta fiducia per la somiglianza con certe bacche di nota tossicità come il sigillo di Salomone (Polygonatum multiflorum, 7 luglio 2009) o il mughetto (Convallaria majalis). Ma questa è così particolare che dopo una lunga permanenza nella famiglia delle liliacee (a cui peraltro appartenevano anche Polygonatum e Convallaria, per poi passare nelle asparagaceae con APGIII) ora è assegnata all’astrusa famiglia delle Melanthiaceae, di cui è una delle poche esponenti italiane, insieme al veratro. Ma le sue particolarità non finiscono qui, perché a parte l’aspetto sinistro, la sua bacca è veramente unica, frutto singolo al centro di quattro foglie e circondata dai tepali floreali riflessi anch’essi generalmente in gruppi concentrici di quattro. Dall’unicità della bacca sembra proprio che derivi il nome, da Paride e il fatidico pomo della discordia. Quasi scontato il suo soprannome comune, uva di volpe, dato che è tipica dei sottoboschi montani, qui fotografata in val D’Aveto (Ge) nei dintorni del lago delle Lame e vicino alla cascata della Ravezza.