A proposito di plumbago…

Plumbago capensis

Plumbago capensis

Il suo nome completo, Plumbago capensis, dice tutto di lei. Tradotto letteralmente sarebbe plumbaggine del Capo, perchè azzurro è il colore del piombo e la pianta è arrivata fin qui da quell’incredibile fucina di specie vegetali che è il Sud Africa. Ormai è una di casa e scoprirla non sorprende più quasi nessuno. Così oggi non mi soffermo sul suo aspetto, mazzetti di piccoli fiori celesti, tubolosi, con la corolla a cinque lobi, su steli sottili e fragili, bisognosi di un sostegno; oggi ne guardo la collocazione. Anni fa l’avevo fotografata accanto all’immancabile vite americana, mentre si abbarbica alle pareti della grande scala padronale di villa Grimaldi, nei parchi di Nervi, antica residenza nobiliare che vanta uno dei più bei giardini della Liguria (vedi anche 9 agosto 2009).

Plumbago capensis

Plumbago capensis

Ma si accomoda bene anche in giardini più modesti, e mi sorprende, quasi selvatica, sul bordo di cemento di una fascia, sulle colline di Bavari. Dietro l’angolo fa capolino un mazzetto di fiori blu che sembrano caduti lì per caso. La plumbago ama il sole e qui se lo gode tutto, su questo crinale aperto verso il mare lontano. Dall’altro la sorveglia una vite, europea in questo caso, già ingentilita dai colori dell’autunno.

Limoniastrum

limoniastrum monopetalum
Pianta pioniera dei litorali sabbiosi, cresce su suoli salmastri a impasto leggero. In Italia, allo stato spontaneo pare che sia presente soltanto nell’estremo Sud, Puglia, Calabria e isole maggiori. Detto anche ‘statice’, statice cespugliosa o limoniastro cespuglioso, in italiano. Il nome vero invece è Limoniastrum monopetalum e non saprei la ragione, l’ arcano segreto botanico dietro questo strambo nome per un fiore che di petali apaprentemente ne ha 5. In realtà non si tratterebbe di petali, ma di lobi in cui è divisa la corolla tubiforme. Forse monopetalo perchè, a differenza del Limonium, genere arcano, ma diffuso sulla penisola a macchia di leopardo, i fiori sono quasi sempre isolati, in spighette molto distanziate. Azzardo, ma non confermo. Il fiore l’ho visto alla villa Hanbury, molto più a Nord della zona di diffusione, e l’ho trovato bellissimo. Così ruvido e selvatico, come cosparso di sale, grigio e peloso, corazzato contro l’erosione del sole, roseo e delicato, come una violacciocca. Ma con quest’ultime non ha nulla in comune. E’ imparentato invece con la plumbago (9 agosto 2009) e il ceratostigma (29 settembre 2009), della stessa famiglia, plumbaginaceae.