E’ una crassulacea dalle origini lontanissime, proviene addirittura dal Madagascar. Ma si è spontaneizzata nelle zone più calde della costa mediterranea, come queste fasce ordinate di San Frutturoso di Camogli, a due passi dal mare. Pianta davvero singolare, cresce sulle foglie le sue figlie, generando sulle punte delle piccole propaggini, dette propaguli, che si staccano e cadendo sal suolo mettono radici e danno origine ad un’altra pianta. La sua fioritura porporina è ormai terminata e rimangono i fusti alti e snelli e le foglie grassocce, macchiettate di nero, con le miracolose propaggini fertili. Mi sono messa in tasca due o tre propaguli, e ora se ne stanno in un piccolo vasetto. Vediamo un po’ quanta voglia hanno di crescere.
Giacinto d’acqua
E’ una pianta acquatica tropicale particolarmente invadente. Non teme nulla, tranne il gelo. Prospera nelle acque inquinate e non viene attaccata da nessun parassita, nè consumata da nessun animale erbivoro.Può essere usata per la fitodepurazione ed è anche molto attraente, ma molesta per la sua diffusione incontrollata. Colonizza senza pietà fiumi e laghi compromettendone persino la navigazione.
Orto botanico di Rio
La Couropita guaianensis è un albero del Centro e Sud America chiamato in inglese “Cannonball tree” ovvero albero delle palle di cannone. I suoi frutti, infatti, sono grosse e pesanti sfere che cadono al suolo con il fragore di una cannonata. Essi rappresentano anche un pericolo per chi si trovi a passare o sostare sotto la piante, perchè riceverne uno in testa può essere davvero dannoso! Tanto che questi alberi portano spesso cartelli di allerta.
Non è molto alto per gli standard delle foreste in cui cresce, appena 20 metri circa e, come altri alberi che crescono negli strati più bassi delle foreste pluviali, sviluppa fiori e frutti lungo il tronco. La cascata di fiori emana un forte profumo al crepuscolo e attira i pipistrelli nettarivori che rappresentano i principali impollinatori. Gli enormi frutti impiegano molti mesi per svilupparsi, ma la loro dimensione consente un maggior nutrimento alla pianta che si svilupperà in un ambiente scarsamente illuminato.
La Couropita guaianensis è uno dei protagonisti di un curioso dibattito in ambito storico scientifico. E’ diffuso anche in India, dove ricopre un ruolo speciale nella cultura induista, come fiore sacro a Shiva ed è celebrato anche nella cultura buddista dello Sri Lanka e TamilNadu, con il nome di naga lingam. Ma se è un genere originario della Mesoamerica e Caraibi, come, e soprattutto quando, sia arrivato nel continente indiano è controverso. La frequente iconografia sacra che lo ritrae risale a tempi molto precedenti ai viaggi di Colombo, e ciò costituirebbe la prova di frequentazioni dell’America da parte di viaggiatori molto più antichi. I sostenitori di questa interpretazione hanno immaginato che un visitatore Hindù sia arrivato in Mesoamerica in tempi remoti e sia rimasto talmente colpito dall’aspetto di questo meraviglioso fiore da decidere di portarlo in India, dove si è largamente diffuso(1).
Dedicato a Anna Elena, la mia amica sorella del Brasile che mi ha mandato questa bellissima fotografia e mi ha scritto proprio oggi con la bella notizia che verrà presto a trovarmi.
Sagittaria
Non è la sagittaria comune, ma una un tantino più esotica perchè, come lascia intendere il nome specifico, è originaria dell’America meridionale. Tuttavia anche le foglie di questa pianta palustre hanno una grossolana forma di freccia, come si intende dal nome del genere. E’ pianta abbastanza infestante, quando ci si mette, ma non per questo meno attraente, con fiori appariscenti anche se non grandissimi, tre petali bianchi con il cuore dorato. Data la sua esuberante crescita, è stato proposto il suo utilizzo come pianta decontaminante di suoli e acque inquinate da metalli pesanti. Oltre a ciò della Sagittaria non conosco alcun utilizzo, se non quello ornamentale, e una pianta acquatica trova sempre il suo posto in un giardino.
Fotografata nell’orto botanico di Genova, settembre 2010 (ma incontrata anche altrove).
Liquidambar
Già mostrato con le foglie rosse, quest’albero, fotografato a san Matteo della Decima (Bologna) diversi settembre fa, mi aveva ingannato a lungo, spingendomi erroneamente verso gli aceri (ma dove sono le samare?). Ora sono certa che si tratti di un liquidambar (25 novembre 2008), albero esotico della famiglia delle altingiaceae (nuova classificazione APG).
Gaillardia
Ecco un’altra stupenda margherita dai colori sgargianti e la fioritura prolungata. Viene dal Nord America e in inglese americano si chiama ‘blanket flower’, ovvero il fiore della coperta, perchè i suoi colori ricordano le tonalità dei disegni delle coperte degli indiani americani. In italiano si può chiamare gaillardia, o gallardia o addirittura gagliarda, nome che in un certo senso rende giustizia alla sua incredibile resistenza e adattamento. Il suo nome in realtà è semplicemente un omaggio a M. Gaillard de Charentonneau, che era un magistrato patrono della botanica. La pianta, molto generosa e molto ornamentale, è perenne, ma si comporta come annuale nei climi più rigidi. Predilige il sole e i terreni aridi, ma prospera anche in ambienti diversi. Scovata, e smascherata, molto lontano dal suo paese di origine, in un’aiuola di Szczecin (Stettino, Polonia), accanto al Miscanthus mostrato qualche giorno fa. Era ormai a fine fioritura, contornata da rotondi capolini appassiti.
Clematide
Miscanthus sinensis
Come suggerisce il nome, si tratta di una graminacea originaria dell’Asi orientale, cioè a dire la Cina. Molto usata come ornamentale e mediamente invadente, si è inselvatichita talvolta in certe zone del Nord Italia. Questa varietà, che si chiama M.sinensis Zebrinus, presenta attraenti strisce gialle e verde più intenso che attraverso le foglie in senso orizzontale. L’ho incontrata spesso alle fiere e nei vivai, qui fotografata in un’aiuola nel centro di Szczecin (Stettino, Polonia).
Pioppo balsamico del Canadà
Si tratta di un tipo particolare di pioppo che non avevo mai incontrato. Le sue foglie sono ovali e lisce, a differenza di altri pioppi che le hanno triangolari (pioppo nero, 6 ottobre 2009), palmate (pioppo bianco, 18 agosto 2008) o tondeggianti (pioppo tremulo, 1 novembre 2008). Viene dal Canadà e il nome Populus tacamahaca in realtà dovrebbe identificare un gruppo di pioppi (balsamico del Canadà appunto) di varie specie accomunati dalla presenza di una resina oleosa e profumata, la tacamahaca appunto. Ma poiché non saprei distinguere le varie specie, mi fermo al nome del gruppo.
Quando l’ho fotografato, sul mar Baltico vicino alla spiaggia di Dzwirzyno, non avevo affatto pensato che fosse un pioppo, ma l’ho scoperto grazie al suggerimento di Beata, un’amica botanica polacca.
Farnia
Mi pare proprio una farnia, questo elegante e possente albero fotografato al centro di Szczecin (Stettino, Polonia), per le foglie quasi prive di picciolo, che terminano con due piccole orecchiette, e i frutti viceversa lungamente peduncolati, da cui il secondo nome, sinonimo, di Quercus peduncolata. Della farnia ho già detto il 25 aprile 2009, mostrandone il bel portamento, i fiori e le prime tenere foglie. Qui eccola già fruttifera, sempre lucida e scintillante alla fine dell’estate. Pianta diffusa in tutt’Europa e in gran parte dell’Italia, è rinomata per il legno, robusto, duro, ma leggero.