Portulaca

portulaca oleracea
E’ la sorella quasi gemella della pianticella infestante che si trova in tutti i prati e che ho descritto due anni fa (28 settembre 2009).
Dato che uno dei suoi nomi comuni è porcellana, a volte capita che venga chiamata ‘pianta vetro’. Ma non bisogna confondere il vetro con la porcellana e la pianta vetro per eccellenza per me rimane l’impatiens ovvero balsamina (26 agosto 2009).
La portulaca è facile da coltivare e cresce nei vasi su davanzali e balconcini, con coloratissimi fiori, assai più grandi e appariscenti di quelli della varietà selvatica.

Portulacaria afra

portulacaria afra
Continuo con le specie esotiche che ho incontrato ai giardini Hanbury e che più hanno colpito la mia fantasia. Questa pianticella succulenta mi è rimasta impressa perchè lotto ogni girono con la simpaticissima porcellana di casa nostra (portulaca oleracea, 28 settembre 2009), fresca e robusta infestante del mio orto. Sempre di portulacaceae si tratta, anche per questa piantina grassa, ovviamente di origine africana, il cui nome suggerisce una somiglianza, oltre che una parentela, con la portulaca. La portulacaria è coltivata un po’ dovunque in vaso, persino come bonsai e nella lingua ingese ha nomignali non troppo graziosi come ‘porkbush’ arbusto maialino o ‘elephant food’, cibo degli elefanti. In vaso si sviluppa come un cespuglietto rotondeggiante, ma in questa versione all’aria aperta, un po’ più pallida delle sue parenti recluse, si allunga con eleganza sulla roccia, con le sue fogliette grassocce che (pare) sono molto efficenti nella cattura del carbonio atmosferico che tanto grattacapi ci procura da qualche anno a questa parte. Lode alla portulacaria se può dare una mano, d’altra parte che cosa meglio delle piante funziona da che mondo è mondo da spazzino del carbonio del’aria?