Le Acanthaceae sono una famiglia di piante che prende il nome dal fastoso acanto (Acanthus), antica pianta mediterranea dai grandi fiori bianchi. Ma le Acanthaceae di questa pagina, tutte fotografate in Sicilia, vengono da paesi lontani e le vicissitudini della loro classificazione si legge nei loro nomi.
Thunbergia erecta
orto botanico Palermo
Thunbergia grandiflora
La classificazione delle piante in botanica è soltanto apparentemente noiosa, ma può essere vista invece come un’avventura appassionante. Alcune specie vegetali sono note dall’antichità della nostra civiltà occidentale, ma altre sono state scoperte e adattate alla sistematica inventata da Linneo, attraverso un processo di prova ed errore, di andate e ritorni, e soprattutto attraverso il contributo di molte persone diverse. I botanici dei secoli passati erano quasi tutti degli aristocratici, colti e appassionati, giravano il mondo alla ricerca di nuove piante.
Prendiamo per esempio il signor Carl Peter Thunberg, svedese come Linneo e suo allievo, a cui a soli 24 anni venne proposto di andare in Giappone per studiare le piante di laggiù. Alla fine del 1700, gli europei conoscevano assai poco le piante asiatiche, nè era agevole osservarle. Quando Carl Peter riuscì finalmente ad arrivare in Giappone, grazie a un contratto con la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, scoprì che non poteva affatto visitare il paese, ma era praticamente confinato a Dejima, un’isola artificiale nella baia di Nagasaki, costruita nel 1634 per volere dello shōgun Tokugawa Iemitsu per ospitare gli insediamenti commerciali olandesi. Per fortuna aveva pratica di chirurgia (questi studiosi di botanica in realtà erano tutti dei medici) e ai giapponesi interessava. Così barattava le sue conoscenze mediche con piante che gli venivano portate da fuori e che lui esaminava e disponeva in un erbario ndlla sua isola di confino. Finalmente ebbe la possibilità di fare un vero viaggio nel Giappone fino a Edo, l’attuale Tokio, e osservare centinaia di piante nei loro luoghi di origine. Dopo altri viaggi fra Ceylon e il Sudafrica, tornò in patria trentaciquenne e si dedicò alla catalogazione di tute quelle piante asiatiche, diventando il successore di Linneo all’Università di Uppsala e guadagnandosi l’appellativo di Lineeo giapponese. Il suo nome compare in più di 250 specie di piante, dal genere Thunbergia all’appellativo specifico thunbergii.
Justicia carnea
orto botanico Palermo
Justicia aurea
orto botanico di Palermo
Ed ecco altre due Acanthaceae, due specie di Jacobinia, almeno così sono chiamate nell’orto botanico di Palermo. Ma mai fermarsi alla prima indicazione. Mentre faccio qualche ricerca in rete capisco subito che questa pianta viene spesso chiamata Justicia e decido di chiedere lumi a un superesperto, nella persona di Antimo Palumbo, studioso e divulgatore di botanica fra i più competenti che conosca. Ed ecco la sua risposta. Il nome corretto è Justicia carnea Lindl, mentre Jacobinia carnea (Lindl.) G. Nicholson è sinonimo. E parimenti Jacobinia aurea è sinonimo di Justicia aurea Schltdl, e quest’ultimo è il nome corretto.
La storia dell’attribuzione del nome a Justicia carnea è complicata. Nel 1831 John Lindley la chiama Justicia carnea nell’ Edwards’s Botanical Register, una rivista illustrata di orticoltura che fu pubblicata in Inghilterra dal 1815 al 1847. Il nome del genere era però stato creato da Linneo che lo aveva dedicato a Sir James Justice (1698–1763), un giardiniere orticultore scozzese che delapidò la sua fortuna per la passione per il giardinaggio. Successivamente ha avuto molti altri nomialtri nomi , ma alla fine, dopo aver appurato che si trattava della stessa pianta, è rimasto valido il nome più antico, quello creato da John Lindley, che oggi è il nome botanico corretto, Justicia carnea Lindl.
Ma da dove deriva il nome Jacobinia, che per queste piante è il sinonimo, ma per altre come Jacobinia heterophylla è il genere corretto? Si potrebbe pensare, mi dice Antimo Palumbo, ai giacobini, quel movimento politico sorto durante la Rivoluzione francese e legato alla figura di Robespierre, il cui nome è diventato sinonimo di radicalismo o posizioni ardenti e intransigenti o ancora peggio esaltate o settarie. Invece con i giacobini la Jacobinia non c’entra. Il nome fu infatti creato nel 1847 dal botanico svizzero Stefano Moricand, prima commerciante di orologi in Italia, dove studiò le piante in diverse regioni, e poi botanico a tempo pieno in Svizzera dove si occupò di sistemare e classificare le raccolte naturalistiche effettuate in Brasile dai botanici J.L. Berlandier, J.S. Blanchet and J.A. Pavón. Il nome imposto alla pianta da Moricarnd si rifà a Jacobina una città del Brasile nello stato di Bahia, dove probabilmente essa fu scoperta.
E così studiando l’origine dei nomi botanici si può anche divertirsi con la storia.
Di questo stesso genere è la pianta gamberetto, Justicia brandegeana, che ho mostrato qualche tempo fa.