Nel cuore dell’inverno, questi piccoli fiori delicati sfidano stagioni e latitudine. Viene dall’Australia, Nuova Zelanda e Malesia, la manuka, Leptospermum scoparium, un arbusto sempreverde, molto ramificato, con piccole foglie appuntite e coriacee.
Secondo i vivaisti, fiorisce in estate, ma da una pianta australe ci si può veramente aspettare di tutto, come la boronia nel mio giardino fiorita ininterrottamente per tutto l’anno, finchè riuscirà a sopravvivere. E tutto ci si può aspettare anche dal clima della Liguria di ponente, marina o collinare, regione straordinaria e generosa. Qui in un piccolo giardinetto del paese di Dolcedo, borgo celebre per la coltivazione dell’olivo, i fiorellini del Leptospermum non si sono fatti intimidire dall’inverno.
La manuka australiana, ormai naturalizzate nel mondo, è famosa soprattutto per il suo miele, ovvero per il nettare che fornisce alla produzione di instancabili imenotteri operai. Il miele di manuka ha spiccate proprietà antibatteriche che la medicina tradizionale conosce da secoli e quella moderna comincia ad apprezzare anche come valida alternativa agli antibiotici, a cui troppi batteri infettivi stanno diventando resistenti. Come cibo funzionale, il miele di manuka pare sia un antibatterico ad ampio spettro, efficace per infezioni dell’apparato digerente come per la cura delle ferite.