Olivi a Paestum

Il sito archeologico di Paestum, comune di Capaccio, nel salernitano, è un luogo di nobile fascino.  Nulla di nascosto e segreto, tutto ostentato e grandioso, divino. Anche le piante di olivo, che potrebbero persino essere sempre le stesse, hanno un’imponenza magica.

Non sono piante da olio, sono piante da storia.

Olmo magico

Ulmus minor

Ulmus minor


L’olmo è un grande signore, un albero straordinario e singolare. Ha le foglie ruvide e a lembi asimmetrici, il che lo rende inconfondibile. Come molti altri alberi, fiorisce prima di mettere le foglie, ma prima ancora che le foglie siano nel pieno vigore, comincia addirittura a maturare i frutti, piccole samare verdoline che sono persino… commestibili. L’olmo minore o campestre può diventare molto grande e deve l’aggettivo specifico minor, minore, non tanto all’altezza, che può essere appunto ragguardevole, ma alla dimesione delle foglie, che sono un po’più corte di quelle dell’olmo montano, Ulmus glabra, viceversa leggermente più piccolo nel portamento. Bellissimi i rami dell’olmo carichi di frutti, quando le timide foglioline cominciano appena appena a spuntare.

Ulmus minor

Ulmus minor, samare

Ulmus minor

Ulmus minor, foglie

Olmo di pianura

Olmo

Olmo -- Ulmus minor

Quest’albero imponente, detto olmo campestre, si chiama Ulmus minor non certo per le sue dimensioni, che sono assai ragguardevoli e ne fanno uno degli olmi più grandi, ma per le foglie che sono più piccole di quelle dell’altra specie comune nel nostro territorio, Ulmus glabra, olmo montano.

Ligustro

Ligustrum vulgare

Ligustrum vulgare

Questo piccolo albero, o arbusto, spesso coltivato in siepi, assomiglia al suo cuginetto più imponente, Ligustrum lucidum  (fiori e bacche nel post del 16 dicembre 2008) . Però il L. vulgare è spontaneo nei nostri ambienti, mentre il cugino viene dall’estremo oriente.
A dispetto del suo crescere spontaneo, ho fotografato questa bella pianta in un grande vaso, in una piazzetta di fronte all’antica chiesa di Bussana vecchia, il magico borgo di artisti che ha ripreso vita sulle macerie del terremoto del 1887.

 

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Ancora esotiche dal giardino

Mahonia lomarrifolia

Mahonia lomarrifolia

 

Sempre nel giardino botanico di Roma si incontrano tante piante esotiche dall’aspetto familiare. Come questa Mahonia lomariifolia che assomiglia a quella Mahonia aquifolium (5 gennaio 2009), di origine americana, pianta ornamentale piuttosto diffusa nei giardini di città. La sua splendida fioritura gialla alla fine dell’inverno si può vedere anche qui.

La M.lomariifolia viene dall’estremo oriente ed ha foglie composte, imparipennate, più lunghe di qualsiasi altra specie di maonia, fino 20 coppie di foglioline più quella terminale. I frutti sono grappoli di acino bluastri, credo commestibili, ma non mi azzarderei ad assaggiarli senza conferma.

Mallotus japonicus

Mallotus japonicus


 
Approfitto dell’abbondanza di questa visita per aggiungere un’altra pianta esotica, originaria di Giappone, Cina e Corea, Mallotus japonicus, della famiglia delle Euphorbiaceae, come quasi suggeriscono le foglie, o brattee che siano, rosse, e così somiglianti a quelle dell’euforbia più famosa, la pulcherrima, e celeberrima stella di Natale.
 
 
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Un parente del bagolaro

celtis glabrata

Celtis glabrata

Nei giardini botanici si va a caccia di piante rare. Per vedere un bagolaro comune (Celtis australis, 7 settembre 2009) basta andare in un viale o giardino qualsiasi in una qualsiasi città italiana. Invece all’orto botanico di Roma, splendido per le innumerovoli varietà di piante a cui dà ancora asilo, incontro questo bagolaro esotico, si perdoni l’attribuzione impropria, nome italiano non ne possiede. Le foglie sono più cuoriformi di quelle del bagolaro comune. La famiglia era originariamente quella delle ulmaceae, ma ora Celtis si è trasferito nell’astrusa famiglia delle cannabaceae.

Da oggi, nei post in cui è specificato, la fotografia è pubblicata nella dimensione originale, per vederla si deve cliccare sull’immagine e cliccare ancora per vedere le dimensioni finali; poi tornare indietro per rientrare nel post.

Paulownia

Paulownia tomentosa

La paulownia, a volte chiamata pawlonia o volgarmente paulonia, è un grande albero originario dell’Oriente, con ampie, larghissime foglie e straordinari fiori dal colore azzurro e lilla. Utilizzata per verde urbano, scoprirne la fioritura in città è affascinante. Ma la fioritura dura poco e questi che rimangono sugli invernali rami spogli sono i frutti, anzi gli involucri dei frutti, che già hanno rilasciato i semi. Scarno e nobile ornamento dell’inverno.

I frutti, ancora verdi, li ho già mostrati il 21 agosto 2009, dove l’avevo chiamata P.imperialis, forse semplicemente sinonimo del più comune P.tomentosa e l’avevo attribuita alle Scruphulariaceae, mentre viene ormai sempre inserita in  una famiglia tutta sua, Paulowniaceae. I fiori, purtroppo, non li ho ancora mai fotografati.

La mimosa dei Sinti

Acacia dealbata

Val Polcevera, via al Santuario Nostra Signora della Guardia
Acacia dealbata

 

 

 

 

Fotografata con il permesso di una gentile signora sinti, che, sorpresa e turbata, come prevedibile, dalla mia macchina fotografica, è parsa immediatamente rassicurata dal mio interesse esclusivamente per la mimosa.
Questo articolo è stato pubblicato anche sul blog ancora sperimentale (e sempre in costruzione) “La città segreta – scorci di vita e natura fra asfalto e cemento” vedi al link.