Torno sul blog dopo quasi un anno e saltello fra foto nuove e foto vecchie, nuove sollecitazioni e antichi rimpianti. Questa è una foto dell’anno scorso, scattata all’orto botanico di Lucca che ospitava una mostra di hosta.
Sono fiorite anche le hosta del mio giardino, abbondanti e delicate. Ma che fatica difenderle dalle lumache! Avevo cominciato con la birra, che confermo funziona, ma mi pareva uno spreco. Mi è toccato, mio malgrado e con enorme riluttanza, usare un veleno.
E’ per me un mistero come le lumache e le chiocciole abitino l’insalata, e le bietole, e tante erbe ancora, senza divorarle, mentre le stesse possano distruggere una pianta di hosta cibandosene per un paio di giorni. Avevo tre hoste dalle foglie cangianti, me ne sono rimaste due e davvero ho dovuto difenderle.
Archivi categoria: fiori e foglie
Erba cornacchia iride
Accanto alla più famosa erba dei cantanti (Sisymbrium officinale), l’erba cornacchia per antonomasia, in città cresce, indisturbata, quest’altra erbetta a fiori gialli, con lunghe silique ondeggianti oltre i fiori. La chiamerò erba cornacchia iride che è il nome italiano più accreditato, accanto a sisimbrio iride, che aiuterebbe a semplificare le cose, ma non so quanto diffuso. L’ho incontrata su un marciapiede lercio di spazzatura e polvere grigia, protesa e slanciata con superba sfacciataggine, contendendo il misero humus fra catrame e cemento alla onnipresente parietaria.
Falsa ortica purpurea
Queste piante si sono meritate il nome di falsa ortica per la forma delle foglie che, specialmente quando non sono ancora fiorite, possono ricordare quelle della più celebre ortica. Ma, come avevo già descritto nel caso del lamio maculato (Lamium maculatum, 14 marzo 2009) con l’ortica propriamente detta hanno davvero poco a che fare. Innanzitutto non sono orticanti, quindi niente paura se vengono sfiorate o manipolate. Appartengono poi a tutt’altra famiglia, le labiate, cosidette per la forma a labbra imbronciate dei loro fiori, mentre l’ortica fa parte delle urticeae. Recentemente, le famiglie delle piante sono state rinominate sostituendo i nomi intuitivi e di fantasia con denominazioni derivate dal membro più significativo, e le labiate sono diventate Lamiaceae, proprio in onore del Lamium considerato l’esponente più caratteristico. E così questa piantina modesta, di umili virtù officinali, è diventata il simbolo di una sterminata famiglia di nobilissime erbe commestibili e aromatiche, comprende il rosmarino, il basilico, il timo, la santoreggia e la salvia.
La falsa ortica purpurea ha piccoli fiori rossi e foglie che all’apice si tingono proprio di purpureo.
Fuori tempo?
Nata da qualche seme rimasto dall’anno scorso nell’aiuola (quest’anno neppure ne avevo seminato), ha fatta capolino in sordina, fino alla fioritura, oggi, 18 novembre, non è mai troppo tardi.
Ipomea d’autunno
Rosea, anzi purpurea, con grandi foglie cuoriformi, l’ho seminata per anni per godermi le larghe campanule lussureggianti che si aprono quando il calore e la luce del sole sono meno intensi. D’estate, soltanto il mattino presto e talvolta la sera. Non la semino più, ma ormai cresce dappertutto, e la scopro ad allungarsi sul prato ancora oggi, quando ormai l’autunno ha sconfitto l’ultima foglia del cachi.
Cosmea per sempre
La cosmea o astro del Messico, da dove proviene, è una magnifica margherita annuale, sempre generosa, sempre a suo agio. I semi me li ha regalati la mia amica Irena, che la fa crescere d’estate nel suo giardino in Polonia, ma la pianta l’vevo già incontrata qui, nei giardini della Venaria Reale. Come molte altre piante, ha sofferto della calura esagerata dell’estate. Ma adesso, d’autunno, si è rifatta il look, spuntando tutt’intorno a dove l’avevo inizialmente seminata e conquistandosi una posizione di tutto rispetto. Gilles Clement, il grande architetto paesaggista, profeta del giardino planetario e maestro del terzo paesaggio, la annovera fra le erbe vagabonde alla conquista del mondo. Si potrebbe ben dire che è una vagabonda cosmica. Cosmos in greco significa ornamento, ma il cosmo è diventato l’universo, il visibile, il tutto. Dove l’astro messicano fiorisce, dai prati polacchi fino alle savane.
Corbezzoli
Più belli che buoni i frutti del corbezzolo (Arbutus unedo), maturano accanto ai nuovi candidi fiori, sull’alberello che dopo tre anni nel mio giardino è finalmente giunto a fruttificare. Secondo un cartello letto all’Orto botanico di Roma, il nome di questa pianta, unedo, significa unum tantum edo, ovvero “ne mangio uno soltanto” perché queste bacche “hanno polpa gustosa, ma contengono numerosi noduli induriti” che non invoglierebbero a farne scorpacciate. Li ho assaggiati proprio oggi, non hanno un gran sapore, e sono effettivamente pieni di semini duri. Ma sono divertenti e molto, molto colorati.
vedi anche i post nel vecchio blog:
10 ottobre 2008 e 23 novembre 2009 –
Quercia rossa
Le grandi quercie americane, dette rosse per via del colore autunnale delle loro foglie, sono in realtà di tre specie, Quercus palustris, Quercus rubra e Quercus coccinea. Dovrei approfondire le differenze per identificare con esattezza quale delle tre specie è questa, fotografata nello splendore della sua tinta novembrina, non troppo lontano da casa, presso la scuola elementare di Sant’Eusebio . Da alcune caratteristiche (foglie profondamente incise, rami un po’ verdi e un po’ rossi), propenderei per Quercus coccinea, anche detta quercia scarlatta (confronta anche questo sito). Nel parco di questo complesso scolastico sono presenti alberi interessanti e rigogliosi, come l’acero giapponese (9 dicembre 2008) e il biancospino.
Artemisia canforata
Questa artemisia non è molto diversa per aspetto e portamento da molte altre artemisie (assenzio e dragoncello, vedi 27 luglio 2008, artemisia di campo e artemisia selvatica), ma ha un’odore così intenso di canfora che mi è venuto in mente di usarla negli armadi come efficace antitarme. Secondo i trattati di botanica si chiama Artemisa alba (Artemisia camphorata è un sinonimo) ed è una piccola pianta erbacea, spontanea in tutto il territorio italiano. Questo esemplare, che ho acquistato per curiosità a una fiera, è diventato immenso e sovrasta pericolosamente non soltanto il rinato aneto e le nuove timide piantine di prezzemolo autunnale, ma perfino due grossi cavoli broccoli che ho messo a dimora nell’aiuola poco sotto.
Camptotheca
Pianta originaria della Cina, contiene un alcaloide, la camptotecina, che ha importanti proprietà antitumorali.