Papaveri

papaver rhoeas - papaver somniferum

Papaver rhoeas – Papaver somniferum

Il rosolaccio e il sonnifero (dovrebbe essere proprio lui il vero papavero da oppio) insieme nelle distese fiorite che costeggiano la SS1 Aurelia, fra Grosseto e Livorno. L’identità è sempre incerta, ma il contrasto dei colori e delle forme affascinante. Correndo con la macchina, mi sfuggivano sul bordo della strada distese rosa violetto spazzate dal vento. Le sfumature e la forma delle foglie mi suggeriscono che quello rosa sia Papaver somniferus, mentre il rosso intenso del secondo mi ricorda Papaver rhoeas.

Ne approfitto per correggere un possibile errore fatto qualche anno fa quando identificai il papavero nato nel mio giardino (vedi 24 maggio 20008) come P. rhoeas. Più probabile si trattasse di Papaver dubium anche detto papavero a clava, che ha i petali di un colore meno scarlatto.

Gladiolo

gladiolo_7235

Gladiolus italicus

 

In campagna i gladioli si coltivavano ai margine degli orti d’estate, ma soprattutto per reciderli e ornarne le statue religiose nelle processioni. Questo gladiolo dei campi è molto più delicato, grazioso ed elegante di quei fiori vistosi, rossi, gialli, arancione, e bianco che a mazzi abbelliscono le effigi della vergine assunta o dei cristi luccicanti di ori. Più grande e precoce del selvatico gladiolo reticolato (22 luglio 2009), si accontenta del suo colore naturale, un rosa lilla squillante e raffinato.

 

Fotografato nei giardini di Villa d’Este a Tivoli

 

… cliccare sull’immagine per vederla più grande e scegliere indietro per tornare a questa pagina …

Scilla campanulata

Hyacinthoides hispanica

 

Le appariscenti foglie in primo piano sono di Hosta, una pianta apprezzata per l’ornamento delle sue foglie, a nervature finemente disegnate, verde acceso o variegato. Anche l’hosta fiorisce, prima o poi, ma questi fiori appartengono a una scilla campanulata, nome corrento Hyacinthoides hispanica, in un insieme senza soluzione di continuità che solo la primavera può creare. Le campanelle spagnole, “Spanish bluebell” in inglese, non sono campanule, ma monocotiledoni simili ai gigli, o meglio alle scille propriamente dette (vedi anche 11 marzo e 16 aprile 2009) e, come le Hosta (vedi qui foglie e fiori), appartengono secondo APGIII alla famiglia delle asparagaceae .

L’aiuola si trova nel giardino di Villa d’Este a Tivoli, fra sgorganti fontane.

 

… cliccare sull’immagine per vederla più grande e scegliere indietro per tornare a questa pagina …

Escolzia

E-schscholzia californica

Eschscholzia californica

Ancora a Ninfa, nel pieno delle fioriture di primavera, fra aquilegie e giaggioli, geranei selvatici, iris e giacinti, rose e peonie, ecco l’escolzia o papavero della California. Si trova in quel giardino roccioso o ‘colletto’ che fu curato personalmente e con attenzione particolare da Lelia Caetani, la vera dea e nume tutelare del giardino di Ninfa. E in mezzo ai fiori più belli, l’escolzia non sfigura di certo, con le sue corolle giallo arancio, lucide e luminose. Importata dal paese di origine che le ha dato il nome nel XIX secolo come pianta ornamentale, ha virtù officinali di calmante per la presenza di ipnotico naturale che favorisce il sonno e protegge da ansie e incubi notturni.

 

… cliccare sull’immagine per vederla più grande e in un’altra pagina …

Le gunnère di Ninfa

Gunnèra manicata

Gunnèra manicata

Pianta amazzonica, amante dell’acqua, dalle gigantesche foglie che crescono con la stagione, e forse non avevano ancora raggiunto l’apice della loro estensione in questo limpidissimo 25 aprile, nel giardino di Ninfa. Capolavoro indiscusso dell’arte del giardino, favorito da un microclima meravigliosamente dolce, Ninfa è una visita magica e indimenticabile, che ripaga della lunga attesa, sotto il sole e nella folla, che sembra non finire mai. Su questo luogo sono state scritte molte parole e tessute infinite lodi, mi pare superfluo aggiungerne altre. Chiuque lo visiti, con lo spirito e lo sguardo ben disposto, non ne rimarrà deluso.
Sulle rive verdissime del rio Ninfa, questa colossale pianta apre felice le maestose foglie, protetta, come tutte le altre sue sorelle, dalle gentili rovine della storia.

… cliccare sull’immagini per vederla più grande e in un’altra pagina …

Ancora esotiche dal giardino

Mahonia lomarrifolia

Mahonia lomarrifolia

 

Sempre nel giardino botanico di Roma si incontrano tante piante esotiche dall’aspetto familiare. Come questa Mahonia lomariifolia che assomiglia a quella Mahonia aquifolium (5 gennaio 2009), di origine americana, pianta ornamentale piuttosto diffusa nei giardini di città. La sua splendida fioritura gialla alla fine dell’inverno si può vedere anche qui.

La M.lomariifolia viene dall’estremo oriente ed ha foglie composte, imparipennate, più lunghe di qualsiasi altra specie di maonia, fino 20 coppie di foglioline più quella terminale. I frutti sono grappoli di acino bluastri, credo commestibili, ma non mi azzarderei ad assaggiarli senza conferma.

Mallotus japonicus

Mallotus japonicus


 
Approfitto dell’abbondanza di questa visita per aggiungere un’altra pianta esotica, originaria di Giappone, Cina e Corea, Mallotus japonicus, della famiglia delle Euphorbiaceae, come quasi suggeriscono le foglie, o brattee che siano, rosse, e così somiglianti a quelle dell’euforbia più famosa, la pulcherrima, e celeberrima stella di Natale.
 
 
… cliccare sulle immagini per vederle più grandi e scegliere indietro per tornare a questa pagina …

Tulipano nero

Tulipa

Tulipa sp

Fra i fiori più ammirati e ricercati, non so che nome dargli o che a specie attribuirlo. Non importa, già l’ho detto, sono tulipani.
Ma questo è nero, in verità viola molto molto scuro, e con i petali finemente sfrangiati. La sua bellezza è travolgente. Non ricordo che fosse fiorito l’anno scorso. Ma come avrei potuto essere così distratta? Mi affascina il suo contrasto con i fratelli bianchi, immacolati e composti, in contrasto con la sua sfrontata diversità.

Tulipa sp

Tulipa sp

Per le varie simbologie del tulipano nero, si può leggere per esempio qui e se si cercano notizie di tulipani neri, bisogna specificare nella ricerca ‘tulipano nero fiore’, altrimenti si finisce fra i manga.

Fotinia

Photinia

Photinia x fraseri


 
La siepi di fotinia, pianta ornamentale di origine manco a dirlo cinese, sono molto diffuse e di ottimo effetto nei parchi e giardini grandi e piccoli, dai più semplici ai più eleganti e preziosi. I fiori sono nuvole bianche adagiati su foglie verdi e rosse. Questa pianta si trova nel giardino di villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure, una villa nobile ed elegante, il cui parco si apre per fortuna almeno una volta all’anno gratuitamente ai visitatori della fiera mercato “L’Erba persa”, appuntamento ormai tradizionale del weekend di Pasqua.
Sulla specie non sono sicura. Si coltiva frequentemente la P.serrulata per realizzare siepi compatte. Ma sono diffusi anche molti ibridi, di cui il più comune è appunto P x fraseri.

Aubrezia

Aubrieta deltoidea

Aubrieta deltoidea

Un nuovo arrivo in giardino, un’altra brassicacea violetta, perenne, quasi a sostituire la violacciocca (Matthiola incana) che il gelo ha castigato anche troppo. Seminata nella scorsa primavera, aubrezia è fiorita abbondante fin dalla fine di marzo, piccoli fiori su pianticelle esilissime.  Ci vorrà tempo perchè diventi quella ‘cascata azzurra’ che prometteva la fotografia della busta, o che si trova nelle foto sul web che la pubblicizzano. La specie non la conosco, probabilmente è un ibrido di quella Aubrieta deltoidea, indigena della Sicilia, da cui sono derivate tutte le aubrezie da giardino. Nelle altre regioni d’Italia, e del mondo, aubrezia non esiste spontanea, ma solo come sfuggita alla coltivazione e molto occasionalmente.

L’Aubrezia è una pianta  perenne, fiorisce abbondantemente all’inizio della primavera, formando dei cuscinetti azzurro violetto,  e poi quasi scompare, le foglie soffrono molto per il caldo e appassiscono. Perchè ritorni al suo splendore, deve tornare un’altra primavera.