Orto botanico di Roma
Ancora esotiche dal giardino
Sempre nel giardino botanico di Roma si incontrano tante piante esotiche dall’aspetto familiare. Come questa Mahonia lomariifolia che assomiglia a quella Mahonia aquifolium (5 gennaio 2009), di origine americana, pianta ornamentale piuttosto diffusa nei giardini di città. La sua splendida fioritura gialla alla fine dell’inverno si può vedere anche qui.
La M.lomariifolia viene dall’estremo oriente ed ha foglie composte, imparipennate, più lunghe di qualsiasi altra specie di maonia, fino 20 coppie di foglioline più quella terminale. I frutti sono grappoli di acino bluastri, credo commestibili, ma non mi azzarderei ad assaggiarli senza conferma.
Approfitto dell’abbondanza di questa visita per aggiungere un’altra pianta esotica, originaria di Giappone, Cina e Corea, Mallotus japonicus, della famiglia delle Euphorbiaceae, come quasi suggeriscono le foglie, o brattee che siano, rosse, e così somiglianti a quelle dell’euforbia più famosa, la pulcherrima, e celeberrima stella di Natale.
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Un parente del bagolaro
Nei giardini botanici si va a caccia di piante rare. Per vedere un bagolaro comune (Celtis australis, 7 settembre 2009) basta andare in un viale o giardino qualsiasi in una qualsiasi città italiana. Invece all’orto botanico di Roma, splendido per le innumerovoli varietà di piante a cui dà ancora asilo, incontro questo bagolaro esotico, si perdoni l’attribuzione impropria, nome italiano non ne possiede. Le foglie sono più cuoriformi di quelle del bagolaro comune. La famiglia era originariamente quella delle ulmaceae, ma ora Celtis si è trasferito nell’astrusa famiglia delle cannabaceae.
Da oggi, nei post in cui è specificato, la fotografia è pubblicata nella dimensione originale, per vederla si deve cliccare sull’immagine e cliccare ancora per vedere le dimensioni finali; poi tornare indietro per rientrare nel post.
Tulipano nero
Fra i fiori più ammirati e ricercati, non so che nome dargli o che a specie attribuirlo. Non importa, già l’ho detto, sono tulipani.
Ma questo è nero, in verità viola molto molto scuro, e con i petali finemente sfrangiati. La sua bellezza è travolgente. Non ricordo che fosse fiorito l’anno scorso. Ma come avrei potuto essere così distratta? Mi affascina il suo contrasto con i fratelli bianchi, immacolati e composti, in contrasto con la sua sfrontata diversità.
Per le varie simbologie del tulipano nero, si può leggere per esempio qui e se si cercano notizie di tulipani neri, bisogna specificare nella ricerca ‘tulipano nero fiore’, altrimenti si finisce fra i manga.
Fotinia
La siepi di fotinia, pianta ornamentale di origine manco a dirlo cinese, sono molto diffuse e di ottimo effetto nei parchi e giardini grandi e piccoli, dai più semplici ai più eleganti e preziosi. I fiori sono nuvole bianche adagiati su foglie verdi e rosse. Questa pianta si trova nel giardino di villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure, una villa nobile ed elegante, il cui parco si apre per fortuna almeno una volta all’anno gratuitamente ai visitatori della fiera mercato “L’Erba persa”, appuntamento ormai tradizionale del weekend di Pasqua.
Sulla specie non sono sicura. Si coltiva frequentemente la P.serrulata per realizzare siepi compatte. Ma sono diffusi anche molti ibridi, di cui il più comune è appunto P x fraseri.
Aubrezia
Un nuovo arrivo in giardino, un’altra brassicacea violetta, perenne, quasi a sostituire la violacciocca (Matthiola incana) che il gelo ha castigato anche troppo. Seminata nella scorsa primavera, aubrezia è fiorita abbondante fin dalla fine di marzo, piccoli fiori su pianticelle esilissime. Ci vorrà tempo perchè diventi quella ‘cascata azzurra’ che prometteva la fotografia della busta, o che si trova nelle foto sul web che la pubblicizzano. La specie non la conosco, probabilmente è un ibrido di quella Aubrieta deltoidea, indigena della Sicilia, da cui sono derivate tutte le aubrezie da giardino. Nelle altre regioni d’Italia, e del mondo, aubrezia non esiste spontanea, ma solo come sfuggita alla coltivazione e molto occasionalmente.
L’Aubrezia è una pianta perenne, fiorisce abbondantemente all’inizio della primavera, formando dei cuscinetti azzurro violetto, e poi quasi scompare, le foglie soffrono molto per il caldo e appassiscono. Perchè ritorni al suo splendore, deve tornare un’altra primavera.
Cavolo nero
Quest’anno celebro la primavera con un fiore un po’ sui generis, visto che dovrei chiamarlo il fiore del cavolo. Un cavolo molto coraggioso però che ha resistito alle gelate di febbraio ed è risorto impavido, fiorendo instancabile, nero e giallo di primavera.
Paulownia
La paulownia, a volte chiamata pawlonia o volgarmente paulonia, è un grande albero originario dell’Oriente, con ampie, larghissime foglie e straordinari fiori dal colore azzurro e lilla. Utilizzata per verde urbano, scoprirne la fioritura in città è affascinante. Ma la fioritura dura poco e questi che rimangono sugli invernali rami spogli sono i frutti, anzi gli involucri dei frutti, che già hanno rilasciato i semi. Scarno e nobile ornamento dell’inverno.
I frutti, ancora verdi, li ho già mostrati il 21 agosto 2009, dove l’avevo chiamata P.imperialis, forse semplicemente sinonimo del più comune P.tomentosa e l’avevo attribuita alle Scruphulariaceae, mentre viene ormai sempre inserita in una famiglia tutta sua, Paulowniaceae. I fiori, purtroppo, non li ho ancora mai fotografati.
La mimosa dei Sinti
Fotografata con il permesso di una gentile signora sinti, che, sorpresa e turbata, come prevedibile, dalla mia macchina fotografica, è parsa immediatamente rassicurata dal mio interesse esclusivamente per la mimosa.
Questo articolo è stato pubblicato anche sul blog ancora sperimentale (e sempre in costruzione) “La città segreta – scorci di vita e natura fra asfalto e cemento” vedi al link.
Gli ultimi frutti: melograno
Semi rossi fanno capolino sotto la scorza spaccata dall’inverno, sul piccolo albero di melograno che ci ha regalato una profusione di frutti. Inverno questo assai mite, con un alito dolce.
Oggi è l’ultimo giorno dell’anno e con il rosso caldo di questi dolci semi oggi il blog Fiori e foglie si prende un po’ di vacanza, verso altre forme e altri progetti. Non ho esaurito le piante, nè la mia profonda passione per il loro mondo, ma non amo i modelli statici e ripetitivi e sento sempre l’esigenza di rinnovare. Nell’anno nuovo c’è probabilmente un nuovo blog, forse un e-libro fotografico a calendario, forse ancora qualche cos’altro che solo il 2012 mi svelerà.
Se qualcuno mi ha seguito, mi segue e mi seguirà ancora, grazie infinite e molti auguri per l’anno nuovo.