Ippocastano

Aesculus hippocastanum
Difficilmente sarei riuscita a riconoscere come ippocastano quest’albero di media taglia, spoglio, ma provvisto di vistosi germogli conici, da cui spuntano le prime foglie già formate. Ora, osservandone l’ingrandimento, mi pare di riconoscere le nervature profonde delle foglie dell’Aesculus, foglie a ventaglio composte di 5-7 foglioline a punta e margine dentellato. Fra qualche settimana le foglie saranno inconfondibili e presto l’albero si mostrerà in tutta la sua prestanza, offrendoci i suoi spettacolari fiori a pannocchia.

Fotografato in località San Matteo della Decima (comune di San Giovanni in Persiceto, Bologna).

Altre immagini dell’ippocastano, albero comunissimo nei viali urbani:
le foglie prima che cadano (10 dicembre 2008)
la fioritura (19 aprile 2009)
un altro Aesculus

Aesculus parviflora

Aesculus parviflora

 

 

E’ l’unico esponente del genere Aesculus a portamento arbustivo.

Assomiglia in tutto e per tutto al suo fratello più massiccio, l’ippocastano, soltanto è un cespuglio, una siepe di candelabri bianchi.

Anche lui l’ho fotografato nel giardino botanico di Przelewice (Pomerania). La famiglia si chiamava Hippocastanaceae, ma recentemente ha cambiato nome e si chiama Sapindaceae

Fiori di ippocastano

Fiori di ippocastano - Aesculus hippocastanum

 

Strano temperamento, l’ippocastano. Portamento altero, foglie generose, fiori spettacolari e dolcissimi, frutti lucidi e decorativi, ma velenosi. E’ un albero mediterraneo, ma in Italia, dove fu introdotto nel 1557 ‘non mostra tendenza a naturalizzarsi’. Rimane specie ornamentale, da giardini e palazzi, da parchi, corti e città. Non da boscaglia. Ma quando la primavera lo adorna di piramidi bianche (viste da vicino i petali sono macchiati di rosso e giallo, i lunghi stami si slanciano oltre i petali arquati e sporgenti), non sembra più lo stesso gigante, ma una ragazzina tutta decorata con trine e merletti.
Qui ero ancora a villa Lante di Bagnaia, gli ippocastani più giovani sbucavano fra lecci e platani secolari, senza passare inosservati. Il mio obbiettivo tele ha fatto una discreta prova. Così la foto si è meritata un posto nel blog anche se l’ippocastano l’avevo già fatto vedere l’anno scorso (vecchio blog 19 aprile 2009, e nei colori autunnali 10 dicembre 2008).