In principio il pomodoro era giallo. Altrimenti perché si chiamerebbe pomo d’oro? Il mercato di questo fortunatissimo ortaggio ha premiato il colore rosso, e così non si trova grande scelta di pomodori gialli al mercato, anzi potrei dire che non ne ho mai visti. Però gli amatori del Solanum lycopersicum da sempre coltivano numerose varietà dorate, dai nomi sfavillanti. Per esempio Yellow pear, a forma di piccola pera, oppure Perle de Lait, i cui frutti sono giallo pallidissimo, quasi bianco, ma la polpa è dolce e gustosa. O ancora il Sunrise giallo, open source per distinguerlo dai pomodori Sunrise rigorosamente rossi e coperti da brevetto e il Piccadilly giallo, con sfumature arancio dorate.
Fra le centinaia di varietà o cultivar di pomodoro si trova poi un vero e proprio arcobaleno di colori, oltreché di forme e sfumature. Se conoscerli tutti è impossibile, ne ho incontrato alcuni veramente fantasiosi, come ‘Cascade de lava’, rosso striato di rigature giallo verdi, ottimo in insalata, un’altra varietà della collezione del coltivatore Valter Marchetti, conosciuto grazie all’associazione Adipa (grazie a cui ho anche conosciuto il Perle de Lait menzionato sopra).
Per usufruire al meglio delle proprietà antiossidanti degli antociani, ma forse anche per il gusto di creare frutti originali, sono state selezionate poi numerose varietà con buccia e polpa scura, dal viola al nero. I più famosi sono i neri di Crimea, gustosissimi, adatti anche a una stagione breve come quella del loro luogo di origine.
Un altro pomodoro della tradizione ucraino/russa è invece un’antica varietà di forma ovale di colore marrone viola, riportato alla luce nel 1980 dalla collezione della signora ucraina Irma Henkel Bell. Di perfetta forma rotonda invece è il nero di Sardegna, croccante e molto appetibile in insalata.
Ma anche il blu fa la sua comparsa nelle sfumature delle bucce, con il californiano Blu bellezza ovvero Blue Beauty, i cui semi sono facilmente reperibili in commercio.
Rimango in America del Nord con la mia scoperta dell’anno, Cherokee purple, una cultivar ritrovata in Tennessee negli anni 1990, ma risalente, a detta del coltivatore Craig LeHoullier che lo ha esaminato, ad almeno cento anni prima e appartenente alla tradizione agricola dei nativi americani Cherokee. I frutti sono bruno violacei, costoluti, piuttosto grossi con polpa variegata di violetto e rosa, gustosissimi.
Mentre molte cultivar si contendono il primato per il frutto più grosso, e certe varietà possono fornire in condizioni ottimali pomodori che pesano qualche chilogrammo, il più piccolo è certamente la qualità ribes, con frutti grandi appunto quanto una bacca di ribes, ma squisitamente saporiti, uno dei pomodori più gustosi che io abbia mai assaggiato, anche se il suo utilizzo rimane ristretto a causa proprio delle dimensioni decisamente ridotte.
Il pomodoro è una specie autoimpollinante, questo significa che i semi di un certo tipo danno origine in genere ad una nuova pianta della stessa varietà, permettendo di mantenere sempre le stesse qualità preferite nella coltivazione.