Lisca maggiore

Typha latifolia

Sul bordo del torrente Polcevera, nella parte occidentale della città di Genova, la vegetazione è varia e rigogliosa.

Questa curiosa pianta di palude, un tempo usata per gli usi più vari, dalle stuoie all’insalata, è oggi soprattutto conosciuta come ornamento per decorazioni floreali.

I membri della piccola famiglia delle typhaceae sono piante alte che crescono in acque dolci poco profonde. I fiori sono raggruppati in lunghe e dense infiorescenze a spadice. Questa specie può raggiungere i due metri di altezza e forma ampie distese nelle acque dolci ferme o lente. E’ diffusa un po’ ovunque, mentre la sua sorella minore, typha minima (29 luglio 2009), è molto più rara.

Mirtillo americano

vaccinium corymbosumProfumo d’autunno
Un’altra estate ci lascia, sollecita
muore in un tardo temporale,
scroscia la pioggia paziente, negli umidi
boschi c’è un odore angoscioso ed amaro.

Nel suo pallore intirizzisce il colchico
in mezzo all’erba tra la fitta ressa
dei funghi. La valle prima interminabile
mette il cappuccio e si fa stretta.

Stretto diventa, odora ansioso e amaro
il mondo, che la luce ormai tradisce.
Armiamoci contro l’ultimo temporale
che il sogno d’estate della vita finisce!

Herbstgeruch
Wieder hat ein Sommer uns verlassen,//Starb dahin in einem Spatgewitter.//Regen rauscht geduldig, und im nassen//Walde duftet es so bang und bitter.
Herbstzeitlose starrt im Grase blasslich//Und der Pilze wucherndes Gedrange.//Unser Tal, noch gestern unermesslich//Weit und licht, verhiillt sich und wird enge.//Enge wird und duftet bang und bitter//Diese We1t, dem Lichte abgewendet.//Rusten wir uns auf das Spatgewitter,//Das des Lebens Sommertraumbeendet!

Herman Hesse, 1947 – traduz. it. Sergio Solmi

Neanche ad Hesse piaceva l’autunno, nonostante i suoi colori sanguigni e cangianti. Già l’idea mi intristisce. E’ arrivato quasi di colpo, dopo una lunga e dolce fine d’estate. Nell’umido chiaroscuro di un pomeriggio che in fretta si fa sera, ormai aleggia nell’aria l’odore della triste stagione.

Il mirtillo americano è una specie arbustiva che può raggiungere anche uno o due metri di altezza; per questo viene detto mirtillo gigante. Le sue foglie sono ovali e carnose, i frutti bacche grosse e dolci. Quando li fa, se li farà, in terriccio opportunamente acido, la prossima, lontanissima, primavera.

Assenzio selvatico

Assenzio selvatico
L’assenzio selvatico è un’artemisia molto comune, che mancava nella mia raccolta, accanto alle artemisie coltivate del mio giardino, assenzio e dragoncello (27 luglio 2008), e a specie meno diffuse, come l’artemisia di campo.  E’ un’erba magica come l’assenzio maggiore, anche se meno aromatica.

 

Fotografata nei pressi del mitico ponte Gobbo di Bobbio, anche detto ponte vecchio o, ovviamente, ponte del Diavolo, sul fiume Trebbia.

Tagete

tagetes patula
Questa pianta, originaria del Messico, si chiama anche garofano d’India. Un po’ snobbata dai giardinieri sofisticati, quasi fosse leggermente ‘pacchiana’ e certo troppo ‘ordinaria’, a me invece è molto simpatica, perché vivace, allegra e generosa. Ancora più simpatica adesso che ho scoperto che crescendola vicino alle carote le difende dai parassiti. Non vedo l’ora che sia primavera per metterla a dimora nell’aiuola delle carote, rossa arancione come le loro radici.

Qui cresceva in un aiuola vicino al bordo della strada nel borgo di Brugnello, comune di Corte Brugnatella (PC), un luogo molto particolare, a picco sul fiume Trebbia che domina, severo e aggraziato, dall’alto.

Miseria pelosa

Tradescantia sillamontana

Tutte le piante del genere Tradescantia (17 febbraio 2010), e più in generale le Commelinaceae, sono estremamente facili da coltivare perchè radicano velocemente semplicemente immergendole nell’acqua e attecchiscono con altrettanta facilità da veloci talee apicali infilate nella terra. I fusti si allungano e si diramano. A lungo andare, inevitabilmente, tutte le pianticelle tendono a perdere le foglie inferiori e i lunghi rami flessuosi rimangono spogli. Alla sommità di queste lunghe propaggini, si aprono gruppetti di foglie, ovali e prive di picciolo (tecnicamente si chiamano sessili), che si ritrovano quindi talvolta molto lontani dalla terra che li alimenta. Forse per questo, immagino, questa pianta si chiama in inglese ‘wandering jew’, ebreo errante.

Tradescantia sillamontana

Tradescantia sillamontana
l’ultimo fiore di novembre

Fra le tradescantie, la sillamontana di questa foto ha foglie color verde menta ricoperte, come i fusti, di lanugine bianca. I fiori, tripetali e rosa magenta, creano con le foglie un piacevole contrasto cromatico. Ma adesso è rimasto solo un fiore, l’ultimo regalo, unica pennellata di colore su uno sfondo sempre più grigio.

vedi anche:
Erba miseria blu o asiatica
Tradescantia virginiana

— post aggiornato 2 novembre 2014 —

Ancora nerine

nerine bowdenii
I bulbi di nerine che avevo piantato a primavera, senza eccessivo ottimismo, sono finalmente fioriti. Sulla specie non ho certezze, non c’era scritta sulla confezione, così mi è parso plausibile un n. bowdenii, una delle più coltivate, a fioritura autunnale appunto. Ma potrebbe essere anche n.undulata, ancora più tardiva della precedente, perchè davvero mi pare che i petali siano leggermente ondulati. Un lungo viaggio comunque, dall’Africa australe fino al mio giardino, fiori inaspettati, mentre l’autunno sta arrivando davvero.
Poco lontano dalle generose nerine, il bulbo di amarillide belladonna invece non si è ancora degnato di cercare la luce; ma so che è lì sotto, vivo e vegeto e forse un altr’anno …

Rudbeckia

Rudbeckia fulgida
Una splendida asteracea perenne di origine americana, simile all’echinacea al quale genere veniva attribuita in passato. Ma i colori sono molto diversi, la rudbeckia è una margherita con dentro i colori dell’autunno. Sulla specie, ho al solito qualche dubbio, ma mi pare di poterla chiamare Rudbeckia fulgida

Martinia

martynia
Una pianta americana, semi-carnivora perché attira gli insetti con l’intenso odore, ed essi rimangono appiccicati dentro le sue vaste corolle, anche se non sembra che veramente ‘se ne cibi’.
Anche se i fiori sono attraenti, l’odore di fiori e foglie non è particolarmente gradevole. Un po’ come l’affascinante stapelia, dai fiori pelosi e puzzolenti, o il plectranthus, pianta dell’incenso, le cui foglie hanno un odore così pungente da ricordare a volte l’urina di gatto.

La martinia, o meglio martynia, da John Martyn, botanico inglese del ‘700, ha anche frutti molto interessanti, dalla forma bizzarra, di uccello esotico, o animale mitico. Si possono seccare e sono molto decorativi.

Fotografata a Paderna, mostra mercato Frutti antichi ottobre 2011