Tamarindo

tamarindus indica

Tamarindus indica

Pianta tropicale della famiglia delle fabacee, i suoi fiori però non hanno la caratteristica forma papilionacea tipica della famiglia, ma si distinguono e hanno petali sottili, gialli, cinque in tutto, di cui due ridotti a setole. Originario delle savane africane, il tamarindo fu introdotto in Grecia in epoche lontanissime, verso il IV secolo avanti Cristo. Grande albero antico, sacro e venerato da molti popoli, il suo nome “tamar hindi” significa dattero indiano a cause della forma dei frutti. E dai frutti si ricava il famoso sciroppo, leggermente acidulo, dolce e rinfrescante.

Giardino botanico di Genova

Maggiociondolo sulla cascata

laburnum alpinum

Laburnum alpinum e cascata della Ravezza


In attesa di classificare al meglio le piante incontrate sul cammino, un’immagine per ricordare la bella passeggiata di oggi in val d’Aveto (Genova). Le foglie trifogliate di un maggiociondolo (29 maggio 2008) sullo sfondo della cascata della Ravezza, nel parco naturale regionale della valle. La cascata si trova lungo il corso del torrente Rezzoaglio (stesso nome del capoluogo comunale della zona) e si raggiunge con un oretta di cammino (certo, ci si può arrivare tranquillamente anche in mezz’ora a patto di procedere spediti e di guardare i fiori solo “dal dorso del cavallo”1) dal lago delle Lame, piccolo lago glaciale, uno dei pochi presenti in Liguria.
1leggi la storia nel post dedicato al lino malvino del 7 giugno 2009

Giardino d’agosto

ipomoea purpurea -- phaseolus vulgaris
Si arrampica senza ritegno sui pali dei fagioli, quest’ipomea (22 luglio 2008), purpurea, credo, dalle foglie a cuore. Dopo la prima semina, sempre è rinata, soprattutto dove non era previsto nascesse. Arrampicarsi su pali e reti è la crescita che le è più congeniale, gelosa delle complicate costruzioni che Luca erige per i fagioli rampicanti, meno entusiasta di protendersi lungo le strutture che cerco di preparare io, apposta per lei. Le campane sbocciano al mattino e si chiudono durante il giorno e alla sera.
Anche se le fioriture più stupefacenti sono ormai un ricordo, il giardino d’agosto è ancora pieno di colori. I prati d’agosto ci regalano solo alcune specie fiorite, molti ricordi, poche scoperte. In giardino invece sono le piante esotiche a farla da padrone, quelle arrivate dall’altra parte del mondo per regalarci fioriture tardive.
Alcune piante fiorite in giardino in agosto- settembre
Ibisco siriaco, 6 luglio 2008
Abelia, 2 settembre 2009
Plumbago, 8 agosto 2009
Ceratostigma, 29 settembre 2009
Tricyrtis, 6 ottobre 2010

Latiro

lathyrus sylvestris
Il genere lathyrus, nome che deriva da una versione latinizzata del greco làthuros, parola che indica una pianta simile a un pisello, comprende molte specie di papilionacee, cioè piante che hanno attraenti fiori a forma di farfalla. la più nota come pianta ornamentale è il lathyrus odoratus o ‘pisello odoroso’, ma altre specie più selvatiche come lathyrus sylvestris e il molto simile lathyrus latifolius, sono piante altrettanto decorative, anche se la loro prorompente fioritura si può ammirare più nei campi e nella campagna che nei giardini. Ormai la stagione avanza, appassiscono le farfalle dei fiori, mentre spuntano e si allungano i verdi bacelli. La differenza fra le due specie sopraccitate è veramente complessa da apprezzare, soprattutto se si lavora su delle fotografie. Tuttavia il l. sylvestris è più comune e ha foglie e stipole più strette, così che, dopo qualche incertezza, propendo per questa identificazione. Ho già presentato questa pianta con il nome di cicerchia il 28 maggio 2008. Benchè si abbia notizia di un qualche utilizzo alimentare dei semi, invece dei piselli, la medicina popolare le descrive per avvertire che nei semi è contenuta una sostanza ritenuta pericolosa, capace di provocare, se assunta, un paralisi detta ‘latirismo’. Per l’utilizzo come pianta foraggera, si consiglia perciò di tagliarla prima della fruttificazione

Ginestrino

lotus corniculatus
Con il termine ginestra, ginestrina o ginestrino, si sogliono chiamare moltissime piante con la caratteristica comune di avere fiori papilionacei gialli, di dimensione medio piccola. Così questo nome significa davvero poco, mentre il nome del genere Lotus dà informazioni migliori, essendo il lotos conosciuto fino dai tempi antichi come pianta foraggera e mellifera. A differenza dei trifogli, le specie comprese nel genere Lotus hanno foglie composte di 5 foglioline.
per riconoscere quest apianta è utile osservarne i bacelli, che sono lunghi e disposti in gruppi che ricordano la zampa di un uccello.
Fotografata presso il greto del fiume Trebbia, a Loco di Rovegno.

Shamrock

medicago lupolina
Questa pianta viene dall’Irlanda, anche se a prima vista non sembrerebbe proprio perchè cresce spontaneamente dappertutto nel mio giardino. Però queste foglioline sono nate da una bustina contrassegnata dal nome ‘Irish shamrock’, trifoglio irlandese. Lo ‘shamrock’ è il simbolo dell’Irlanda e della festa di St. Patrick, 17 marzo, il patrono della nazione. La parola ‘shamrock’ è un’anglicizzazione della parola gaelica o irlandese antico (‘seamrog’) che significa semplicemente ‘piccolo trifoglio’ e non indica con assoluta precisione una particolare pianta; piuttosto un gruppo di piante, fabaceae per lo più, ma anche oxalidaceae, che hanno piccole foglie a tre lembi. E’ molto importante che le foglioline siano in gruppo di tre per via della simbologia religiosa che si richiama alla Santissima Trinità.
Io ho seminato questa pianta prestando molta attenzione alle istruzioni (tenere i semi in frigo per una notte, mettere il vaso a bagno per venti minuti e chiudere in un sacchetto di plastica fino a germinazione) e ho atteso con ansia il risultato. Devo dire che non mi sarei mai aspettata che nascesse un cespetto di erba medica lupolina (15 luglio 2009), un’erbetta, dicevo, comunissima nel mio giardino. Quando sono spuntate le prime piccole infiorescenze gialle, sono stata lì lì per estirparla, pensando che fosse nata per caso. Se non che mi sono messa a leggere, e ho scoperto che lo shamrock poteva benissimo essere lei, la piccola medicago lupolina, come può essere un tipo di trifoglio (28 aprile 2009). Ora che ho imparato che cosa è lo shamrock, credo proprio che sia giunto il momento di riportarlo nel suo ambiente naturale, toglierlo dal vaso e trapiantarlo nel prato.

Spino di Giuda

gleditsia triacanthos
Quest’albero deve il suo nome alle lunghe spine acuminate che crescono lungo il suo tronco e che sono legate a leggende mistiche e pastorali, appunto perchè ricordano le spine di cui fu ornato il capo di Cristo durante la passione. Ma con il Giuda del Vangelo quest’albero non può avere nulla a che fare essendo originario dell’America del Nord ed importato in Europa e nel Mediterraneo non prima del XVII secolo. Ora è alquanto diffuso come pianta ornamentale per il bel fogliame che si colora di giallo intenso d’autunno, e cresce ormai anche spontaneo, in piccoli boschi. Leggo che nei giardini generalmente viene preferita una varietà chiamata inermis, perchè priva delle minacciosissime spine. Non così a Munster, una bella città tedesca con spirito fiammingo, dove quest’albero cresceva, alto ed orgogloso delle sue spine, proprio nell’affolato centro storico.
Oltre all’utilizzo ornamentale, lo spino di Giuda ha altre qualità. Nella sua regione di origine, con i suoi frutti (bacelli brunastri) si ricava una bevanda simile alla birra, mentre dai semi torrefatti un succedaneo del caffè- Anche il legno è prezioso, duro e compatto, adatto per costruzioni robuste e durevoli.

gleditsia triacanthos
Nella foto qui sopra, un’esemplare in fiore fotografato al parco Burcina di Biella

Meliloto giallo

meliloto officinalis
Appartiene a quel vasto gruppo di piante della famiglia delle fabaceae, erbe buone, foraggere e mellifere, ottime anche per arricchire i terreni impoveriti dallao sfruttamento culturale perchè nelle loro radici prosperano microorganismi fissatori di azoto; per la stessa ragione sono ingredienti del concime vegetale da compostaggio.

Il meliloto giallo, officinale, era utilizzato per molti malanni, dai disturbi della digestione a quelli ginecologici. Il suo nome volgare è erba vetturina, in inglese sweet clover, trifoglio dolce, ed è anche un’erbetta aromatica, zuccherina, gradita ai bambini che ne succhiavano i fiori. I fiori proprio si consumavano negli stufati, ai quali conferisce un aroma assai apprezzato.

Tutte quest virtù in una pianticella graziosa, benchè non elegante, che cresce senza superbia, come la sua sorellina bianca (20 luglio 2009) fra le macerie, nei campi incolti e sui bordi delle strade, semplice, gioviale, generosa.

Ginestra dei carbonai

cytisus scoparius
Finalmente l’ho trovata, senza ombra di dubbio, la ginestra dei carbonai, nel parco Burcina (Biella). Assomiglia, ma non troppo alla ginestra maggiore (27 maggio 2008), o sparzio, quella che tinge di giallo le colline di maggio. Anche la ginestra dei carbonai, cytisus scoparium, a giallo non scherza e ha fiori brillanti e lucidi su rametti verde scuro, quadrangolari, ornati di piccole triplici foglie tondeggianti. Il legume termina con una filamento a viticcio. Ha molteplici usi domestici, oltre a quello tradizionale di farne scope per pulire, per esempio, le canne fumarie. Veniva usata per coprire il tetto delle capanne, per coperture e paraventi, per legacci e sarmenti, per accendere il fuoco e per riparare le piccole piante dal sole. Era la ginestra più domestica, salutata con gioia perchè si diceva, penso con qualche fondamento, che una ricca fioritura di ginestre promettesse un’abbondante vendemmia. Tante cose ancora su questa ginestra, la ginestra ‘buona’. Per rito o per scienza veniva impiegata come erba officinale, nonostante la presenza di una moderata quantità di sostanze tossiche. Digestiva e diuretica, contro l’ipertensione e cardiotonica, persino indicata per contrastare il morso della vipera e per curare le verruche. Curativa anche per il bestiame, in Maremma ne legavano i rami alla bocca di pecore e capre per curarle dall’indigestione, e cibo per i conigli. Il vero pericolo è confonderla con lo sparzio, che è una pianta molto velenosa. Ma lo sparzio forma cespugli più alti, ha steli rotondeggianti e, quando è fiorito, è privo di foglie.