Erythrina laurifolia

erythrina laurifolia
Piccolo albero sudamericano (ma può crescere addirittura fino a 10 metri in condizioni propizie), è fra le specie del suo genere più resistenti alle intemperie e agli estremi della temperatura. Gli americani del Nord lo chiamano ‘albero del corallo’ e i suoi magnifici fiori porporini sono il simbolo della nazione in Argentina e Uruguay.
Queste piante che vengono da così lontano sono abbastanza comuni come ornamentali sui lungomari della riviera ligure. Avevo incontrato una sua parente, E. falcata, ai parchi di Nervi (Genova) nel dicembre 2010, ma la stagione era troppo avanzata per trovarla fiorita.

 

Questa l’ho fotografato sul lungomare di Piani di Celle Ligure (Savona).

Liquidambar

liquidambar styraciflua
Già mostrato con le foglie rosse, quest’albero, fotografato a san Matteo della Decima (Bologna) diversi settembre fa, mi aveva ingannato a lungo, spingendomi erroneamente verso gli aceri (ma dove sono le samare?). Ora sono certa che si tratti di un liquidambar (25 novembre 2008), albero esotico della famiglia delle altingiaceae (nuova classificazione APG).

Pioppo balsamico del Canadà

populus tacamahacaSi tratta di un tipo particolare di pioppo che non avevo mai incontrato. Le sue foglie sono ovali e lisce, a differenza di altri pioppi che le hanno triangolari (pioppo nero, 6 ottobre 2009), palmate (pioppo bianco, 18 agosto 2008) o tondeggianti (pioppo tremulo, 1 novembre 2008). Viene dal Canadà e il nome Populus tacamahaca in realtà dovrebbe identificare un gruppo di pioppi (balsamico del Canadà appunto) di varie specie accomunati dalla presenza di una resina oleosa e profumata, la tacamahaca appunto. Ma poiché non saprei distinguere le varie specie, mi fermo al nome del gruppo.
Quando l’ho fotografato, sul mar Baltico vicino alla spiaggia di Dzwirzyno, non avevo affatto pensato che fosse un pioppo, ma l’ho scoperto grazie al suggerimento di Beata, un’amica botanica polacca.

Farnia

quercus robur
Mi pare proprio una farnia, questo elegante e possente albero fotografato al centro di Szczecin (Stettino, Polonia), per le foglie quasi prive di picciolo, che terminano con due piccole orecchiette, e i frutti viceversa lungamente peduncolati, da cui il secondo nome, sinonimo, di Quercus peduncolata. Della farnia ho già detto il 25 aprile 2009, mostrandone il bel portamento, i fiori e le prime tenere foglie. Qui eccola già fruttifera, sempre lucida e scintillante alla fine dell’estate. Pianta diffusa in tutt’Europa e in gran parte dell’Italia, è rinomata per il legno, robusto, duro, ma leggero.

Olivello spinoso

hippophaë fluviatilis
E’ molto frequente sulle rive del Baltico, quest’alberello diffuso anche più a sud, nel nostro paese. Lassù sul Baltico raggiunge più facilmente l’altezza massima di 4 o 5 metri, mentre giù da noi rimane arbusto, contorto e appariscente quando si copre delle tenaci bacche, rosso arancio, a grappoli. Sono commestibili, , ottime per conserve. Si legge sarebbe di gusto acidulo, ma io le ho assaggiate e le ho trovate invece piuttosto dolci. La pianta è molto resistente al freddo e deve il suo nome alla forma della foglie, che ricordano quelle dell’olivo, anche se più allungate, e alla presenza di spine rade sui rami. Il nome scientifico ha a che fare con i cavalli, non saprei perchè; ma l’aggettivo specifico si riferisce alla predilizione di questo alberello per l’acqua che ne fa un colonizzatore di terreni umidi, se non addirittura salmastri.

Spino di Giuda

gleditsia triacanthos
Quest’albero deve il suo nome alle lunghe spine acuminate che crescono lungo il suo tronco e che sono legate a leggende mistiche e pastorali, appunto perchè ricordano le spine di cui fu ornato il capo di Cristo durante la passione. Ma con il Giuda del Vangelo quest’albero non può avere nulla a che fare essendo originario dell’America del Nord ed importato in Europa e nel Mediterraneo non prima del XVII secolo. Ora è alquanto diffuso come pianta ornamentale per il bel fogliame che si colora di giallo intenso d’autunno, e cresce ormai anche spontaneo, in piccoli boschi. Leggo che nei giardini generalmente viene preferita una varietà chiamata inermis, perchè priva delle minacciosissime spine. Non così a Munster, una bella città tedesca con spirito fiammingo, dove quest’albero cresceva, alto ed orgogloso delle sue spine, proprio nell’affolato centro storico.
Oltre all’utilizzo ornamentale, lo spino di Giuda ha altre qualità. Nella sua regione di origine, con i suoi frutti (bacelli brunastri) si ricava una bevanda simile alla birra, mentre dai semi torrefatti un succedaneo del caffè- Anche il legno è prezioso, duro e compatto, adatto per costruzioni robuste e durevoli.

gleditsia triacanthos
Nella foto qui sopra, un’esemplare in fiore fotografato al parco Burcina di Biella

Criptomeria

criptomeria japonica

Si chiama anche cedro del Giappone perchè quella è la sua origine. Appartiene alle taxodiacee, la famiglia dei cipressi calvi delle paludi (vedi 10 settembre 2008 e 14 gennaio 2009 ), ma a differenza di questi è sempreverde.

Albero sacro piantato spesso vicino ai templi e molto diffuso nei giardini giapponesi e cinesi, qui si trova nel parco Burcinaa di Biella.