Amelanchier

amelanchier canadensis
Quest’alberello della famiglia delle rosaceae è di origine americana, anche se molti suoi parenti stretti (stesso genere) crescono spontanei anche in Europa. E’ molto rustico, cioè sopporta bene intemperie e alti e bassi del clima. I suoi piccoli frutti maturano in estate e sono commestibili.

Cedro dell’Atlante

cedrus atlantica Glauca
E’ un albero di montagna, questo bellissimo cedro dalle foglie cinereo argentee e dal portamento regale. In natura cresce soltanto sui monti dell’Atlante, una catena del Nord Africa che separa la costa mediterranea dal deserto del Sahara. Ma a causa della sua bellezza e maestà è assai ricercato come pianta ornamentale nei vasti giardini freschi. Molto simile al cedro del Libano, se ne distingue per alcuni caratteri, fra cui particolari della forma dei coni e il portamento. Nelle piante mature, il cedro dell’Atlante ha la sommità sempre conica, mentre quello del Libano si presenta a palchi piatti fino alla cima. Questa varietà, detta ‘glauca, ha foglie grigio-blu brillanti.
Fotografato ancora nel parco Burcina di Biella.

Frassino

fraxinus excelsior
I popoli nordici veneravano il frassino come una sorta di albero cosmico attorno al quale ruotavano gli dei e la vita stessa e il frassino è centrale protagonista di molte sagre del Nord e leggende vichinghe. E doveva essere questo frassino, il Fraxinus excelsior, e non certo una delle altre specie che crescono in Italia, l’orniello, Fraxinus ornus (5 maggio 2008) e il Frassino meridionale, Fraxinus angustifolium (11 aprile 2010). In tutti e tre i casi si tratta di alberi a foglia caduca, che però dovrebbero essere distinguibili anche d’inverno per il colore diverso delle gemme. Il frassino propriamente detto ha gemme nere o comunque molto scure; l’orniello ha gemme brune e ricoperte di peluria, mentre il frassino meridionale ha gemme di colore marrone chiaro, quasi nocciola.
Avevo già catalogato gli altri due, e mi mancava proprio il titolare, quello che si riconosce senza aggettivi. Amante degli ambienti umidi, l’ho incontrato nel parco fluviale del Magra (La Spezia), un grande albero dalla morbida chioma ovale e groppi di samare già quasi mature.

Ippocastano

Aesculus hippocastanum
Difficilmente sarei riuscita a riconoscere come ippocastano quest’albero di media taglia, spoglio, ma provvisto di vistosi germogli conici, da cui spuntano le prime foglie già formate. Ora, osservandone l’ingrandimento, mi pare di riconoscere le nervature profonde delle foglie dell’Aesculus, foglie a ventaglio composte di 5-7 foglioline a punta e margine dentellato. Fra qualche settimana le foglie saranno inconfondibili e presto l’albero si mostrerà in tutta la sua prestanza, offrendoci i suoi spettacolari fiori a pannocchia.

Fotografato in località San Matteo della Decima (comune di San Giovanni in Persiceto, Bologna).

Altre immagini dell’ippocastano, albero comunissimo nei viali urbani:
le foglie prima che cadano (10 dicembre 2008)
la fioritura (19 aprile 2009)
un altro Aesculus

Ginko spoglio

ginkgo biloba
Il ginko più sorprendente l’ho conosciuto all’orto botanico di Lucca. E’ un albero molto vecchio, e anche molto imponente, assai più alto e vasto della maggior parte degli esemplari della sua specie. Ha quasi duecento anni, ma è nato due volte. Incenerito quasi totalmente da un fulmine nel 1945, è risorto più possente e ampio dalle sue stesse radici.

Qui, in un’aiuola angusta, stretta fra l’asfalto della strada e il vetro dei grattacieli, il nobile ginko attende e si prepara per la buona stagione.
( Genova, via di Francia, capolinea autobus n.30)

Altro sul ginkgo biloba il 22 novembre 2008.

Fitolacca dioica (frutti)

Fitolacca dioica

Phytolacca dioica

Alberi decorativo per vocazione (vedi post del 31 luglio 2010), le fitolacche di corso Italia hanno perduto quasi tutte le foglie. Sono invece cariche di curiose pannocchie giallastre, i frutti, che le fanno apparire come vasti alberi della cuccagna. La forma dei frutti ricorda la stretta parentela con quella Phytolacca americana, detta anche uva turca, erba da strada ed infestante esotica dei nostri giardini.

Fitolacca dioica

Phytolacca dioica

Fitolacca dioica

Phytolacca dioica

 

 

Gemme del pesco

prunus persica
Tonde, già rosate, le gemme a fiore del piccolo pesco irrompono sul ramo sottile. Dovrebbe essere un brindillo, rametto di un anno che, nelle drupacee come il pesco, porta una gemma vegetativa da legno in punta e numerose gemme a fiore lungo il dorso. Nelle pomacee, invece, come meli e peri, il brindillo porta una gemma da fiore apicale e gemme da foglia nella lunghezza. In questo piccolo ramo è visibile anche la piccola gemma appuntita di una foglia, ultima a sinistra, mentre quella apicale, sempre da foglia, è fuori della foto. Coraggio piccolo pesco, so che la strada sarà lunga, prima di arrivare alle dolcissime drupe, succose e vellutate.